200 trattori che vogliono solo lavorare la loro terra

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Gli agricoltori hanno manifestato anche a Tortona contro le norme imposte dall’Unione Europea. Presenti il presidente della Provincia di Alessandria, il sindaco della città e l’attrice Ornella Muti

DI STEFANO BROCCHETTI

La protesta degli agricoltori, che sul trattore stanno manifestando in varie città d’Italia, è arrivata anche a Tortona.

Giovedì scorso, 15 febbraio, un corteo di oltre 200 mezzi agricoli, provenienti dal territorio di pianura dalle colline del Tortonese, ma anche dalle vicine campagne dell’Alessandrino e dell’Oltrepò pavese, ha sfilato per le vie del centro, muovendo in mattinata dal punto di ritrovo collocato nell’area artigianale in zona Villoria e attraversando il tratto più a Nord di via Emilia, per svoltare su largo Europa, corso Romita, corso Repubblica e dopo transitare in corso Alessandria davanti al municipio. Da lì i trattori si sono diretti verso corso Don Orione fino alla biforcazione di fronte al Centro “Mater Dei”, per sfilare sulla vecchia circonvallazione e rientrare su corso Repubblica verso il campo base. Quindi, nel pomeriggio, ancora un passaggio in città, stavolta più breve, senza giungere fino al Comune. Un corteo assolutamente pacifico e ordinato, come è accaduto in tutte le manifestazioni di questo genere un po’ ovunque, svoltosi secondo quanto concordato con le forze dell’ordine, le quali si sono adoperate per gestire la viabilità i cui disagi si sono limitati unicamente ai minuti di passaggio dei trattori nelle singole vie.

Nessun comizio da parte degli organizzatori, in questo specifico caso uniti sotto la sigla “Amici agricoltori”, uno dei vari gruppi e comitati che stanno caratterizzando la protesta. Al punto di ritrovo, tra le 8.30 e le 9 di giovedì, sono intervenuti il sindaco di Tortona Federico Chiodi e il presidente della Provincia di Alessandria Enrico Bussalino, oltre al sindaco di Pontecurone Valentino D’Amico, per offrire la disponibilità delle istituzioni locali alla manifestazione e all’ascolto delle istanze, esprimendo solidarietà ai lavoratori.

Madrina della manifestazione l’attrice Ornella Muti che, insieme alla figlia, presenzia a buona parte dei cortei in trattore organizzati nel Bel Paese.

«La nostra città vi accoglie e vi permette di esprimere le difficoltà che condizionano il vostro lavoro; c’è disponibilità all’ascolto e condivisione su quanto chiedete» – ha dichiarato il sindaco, mentre il presidente della Provincia ha ribadito la vicinanza, anche per lo svolgimento pacifico e corretto dei cortei: «Sottolineo il fatto che non si chiedano sussidi o sostegni materiali ma solo di potere svolgere il proprio lavoro in maniera lineare e guadagnando il giusto».

Bussalino ha poi ricordato alcuni impegni assunti dalla Provincia a livello locale: «Il no all’eolico sui crinali appenninici, per tutelare quel paesaggio di cui gli agricoltori sono custodi; la presa in carico del dissesto idrogeologico nelle zone collinari; la lotta agli ungulati che colpiscono le produzioni agricole collinari e montane».

Sugli striscioni gli slogan che riassumevano le principali proteste e richieste del mondo agricolo: “Non chiediamo incentivi, ma il giusto compenso per il nostro lavoro”; “Vogliamo lavorare la nostra terra, la burocrazia ci sta uccidendo”; “Noi 4% incolto, voi 100% incolti”; “Lavoriamo per il futuro di tutti”, fino a un ironico “Se senti le farfalle nello stomaco, non è amore; è la farina di insetti che ti sei mangiato ieri che si sta schiudendo”. Tradotto in proposte, meno burocrazia, tutela delle produzioni naturali, revisione delle percentuali di terreni non coltivabili, tutela da importazioni e concorrenza sleale, revisione del Green Deal.

«Chiediamo alle istituzioni di istituire un tavolo di confronto permanente – hanno spiegato gli organizzatori di “Agricoltori Amici” – che coinvolga gli agricoltori in occasione delle decisioni di legge in materia e la riqualificazione della figura dell’agricoltore partendo dalle scuole. Non vogliamo sussidi ma il giusto compenso per i prodotti, su cui nella filiera troppi intermediari si arricchiscono lasciando ai produttori il minimo. Il nostro guadagno deve essere remunerativo il giusto, per darci dignitosa possibilità di far sopravvivere le nostre aziende».

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