Restaurata la facciata di S. Maria e S. Siro

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Grazie al progetto della Fondazione CRTorino conclusa la prima fase di lavori nella chiesa di Sale

SALE – Tolti i ponteggi, la facciata della chiesa di S. Maria e S. Siro, segnata sul volto dal passare dei secoli, sembra sorridere ora che è stata consolidata nella parte muraria, al termine della prima fase di restauri, inserita nel progetto della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino “Santuario e Comunità – Storie che si incontrano”. Un percorso di recupero complesso, che ammonta a oltre 180.000 euro, cui sono stati aggiunti i fondi della Cei, della CR Tortona e un lascito testamentario da parte della salese Elena Briccola.

«Lo stato della facciata era preoccupante» ha detto Angelo Chiesa, presidente del “Comitato Amici di Santa Maria”, sodalizio che da decenni si prende cura di questo edificio sacro la cui fondazione risale all’XI secolo e che, durante i lavori, si è preso carico della reinstallazione dell’impianto antipiccioni. «Negli ultimi 30 anni sono stati effettuati studi e indagini. – ha spiegato Chiesa – La Diocesi di Tortona ha scelto il nominativo della chiesa di santa Maria e san Siro – Santuario della Madonna della Guardia da sottoporre all’attenzione del bando promosso nella primavera del 2018, in virtù del fatto che vi era un forte gruppo di volontariato. Abbiamo “giocato in casa”, con l’architetto Paola Pleba che ha fatto il progetto e diretto i lavori e l’ingegnere Alessandra Tassinario che ha curato la parte strutturale. In squadra anche il geologo Cristina Pleba e il geometra Alberto Timo, responsabile di sicurezza del cantiere. Il primo step degli interventi è stato realizzato dall’impresa Damiani di Villanterio, mentre la ditta Gabbantichità di Tortona restaurerà, in primavera, le formelle in cotto che contornano i portali e le due bifore». L’intervento conservativo ha consentito di usare un reticolo di cavi di acciaio, inseriti negli interstizi tra le vie di fuga dei mattoni per rafforzare la statica. Poi si è provveduto a chiuderli con malte strutturali cui sono state sovrapposte malte di finitura, recuperate identiche alla costruzione. «Nel corso dei lavori nel sottotetto – ha aggiunto Chiesa – ecco “la sorpresa”: i pinnacoli era-no lesionati e andavano ricostruiti. Una spesa non prevista, di cui ci si sta occupando, anche se servono altri fondi per coprire un paio di lavori minori non finanziabili». Per quanto riguarda la parte sociale, gestita dalla cooperativa “Kepos”, sono state svolte attività di inclusione nell’orto-giardino, dove, oltre a lavori di potatura insegnati dal maestro d’opera Egidio Cristoferone a due ragazzi ospiti del centro di accoglienza “Xenia” di Sale, è stata anche installata una rampa per disabili per consentire l’accesso alla chiesa dalla sacrestia. Ora si pensa alla primavera e alle attività culturali e concertistiche da realizzare una volta superata l’emergenza sanitaria. «La nostra chiesa non può vivere da sola – ha concluso presidente del “Comitato Amici di Santa Maria” – sul sito (www.santamariaesansiro.it) facciamo scoprire le bellezze di questo monumento ma anche le opportunità che offre l’ntero territorio, attraverso i suoi beni storico-architettonici, itinerari, piste ciclabili e musei».

Alessandra Dellacà

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