Il desiderio di tornare presto a Lourdes ai piedi di Maria

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All’inizio dell’anno l’OFTAL è vicina agli ammalati e agli amici con le parole del vescovo e con l’augurio di poter riprendere nel 2021 i viaggi alla grotta di Massabielle

TORTONA – Durante i giorni delle feste il santuario di Lourdes è rimasto ancora parzialmente chiuso per le restrizioni dovute al Covid. Anche l’OFTAL diocesana ha dovuto rinunciare nell’estate scorsa al tradizionale pellegrinaggio, che dal lontano 1932 (anno di fondazione dell’associazione), accompagna i malati e i pellegrini della nostra diocesi alla grotta di Massabielle.

In questo anno così duro, però, l’OFTAL, non è stata ferma. Le dame e i barellieri hanno cercato di stare accanto a chi in questo periodo era in difficoltà, anche solo moralmente, grazie alla fitta rete di amicizie che rende l’associazione una grande famiglia.

Dal punto di vista istituzionale, con le votazioni di settembre, è stato eletto il nuovo consiglio, guidato da Carlo Cebrelli, pronto ad affrontare le difficoltà del momento con rinnovato entusiasmo. Nella riunione di insediamento, alla fine di novembre, il vescovo, ha ringraziato chi ha terminato il precedente mandato e coloro che si sono resi disponibili al nuovo incarico, che deve esse-re tempo da regalare come dono di se stessi.

Mons. Viola ha ricordato che sono davvero tanti coloro che, ogni giorno, alle ore 18, si collegano all’emittente TV2000 per seguire il Rosario recitato a Lourdes: la grotta illuminata, ma deserta e solitaria, crea nostalgia nell’attesa di sapere quando si potrà ritorna-re. «Il pellegrinaggio – ha dichiarato il vescovo – era per noi quasi scontato, un ritmo costante nel nostro percorso; era ormai un’abitudine ad una grazia che ogni anno abbiamo visto sempre rinnovata con puntualità». Il pensiero di tornare a Lourdes deve diventare «un desiderio profondo dell’ani-ma, da custodire nel cuore e da far crescere in questo periodo».

Far parte dell’OFTAL vuol dire pensarsi sempre sotto la grotta, non solo per qualche giorno dell’anno. Significa abitarla in ogni momento. «Là è come se si facesse verità dentro il nostro mondo interiore, quasi un esame di coscienza; – ha aggiunto – là ci sentiamo messi a nudo perché si è guardati con uno sguardo materno, quello di Maria, che è il veicolo perfetto dello sguardo di misericordia di Dio». Certi sentimenti e tensioni non possono entrare con noi sotto la grotta. Questo tempo così difficile, dove manca l’esperienza del pellegrinaggio, viene offerto per prendere consapevolezza del dono che significa essere parte dell’OFTAL, del dono che è Lourdes nella nostra vita: «è un tempo per comprendere meglio la missione che siamo chiamati a svolgere, cioè permettere che gli ammalati, e soprattutto i poveri, possano fare esperienza dell’amore di Dio, che guarisce l’anima e quando vuole anche il corpo». Un tempo di riflessione quindi, necessario per riscoprire le motivazioni fondamentali, facendo un po’ di pulizia anzitutto dentro noi stessi, preparandoci al pellegrinaggio in qualche modo già vivendolo oggi, predisponendo il nostro cuore.

«Quello che sta succedendo, tutta questa fatica, questo dolore in solitudine, – ha proseguito Mons. Viola – non possono non interpellarci, non dire qualcosa a noi, che come OFTAL abbiamo come carisma proprio quello di proporre a chi è nel dolore, nella prova della malattia, l’esperienza della Grazia di un luogo dove ti senti accolto, guardato con amore, perdonato, guarito». Sarà necessario pensare a nuovi modi di vivere l’associazione, creando occasioni d’incontro per ravvivare le nostre relazioni, per trovare una forma nuova di comunione. Il vescovo ha sottolineato infine come il Consiglio abbia un ruolo di esemplarità e debba essere «un laboratorio» dove le persone che vi fanno parte vivano in pienezza la propria appartenenza, facendo esperienze per una OFTAL sempre migliore. Il neo presidente diocesano ha concluso l’incontro sottolineando che «il compito dell’OFTAL è oggi arduo, ma stimolante. Dobbiamo ritornare alle origini spirituali e di collaborazione rimanendo uniti, giovani, meno giovani, sacerdoti, pellegrini, tutti. È vero che l’attuale situazione ci limita, ma la dobbiamo affrontare adeguandoci, ritrovando il senso dell’associazione». In questo numero del setti- manale i lettori e gli amici oftaliani trovano allegata una cartolina con l’immagine della grotta. È un piccolo segno che l’OFTAL diocesana condivide con tutti nella speranza di poter tornare presto a Lourdes e con l’augurio per il nuovo anno che, come ha detto Mons. Viola, «ci trova assolutamente impreparati, ma che vogliamo affrontare con impegno e con gioia, sapendo che ci aspetta sempre un luogo che ci accoglie come esperienza di grazia per la nostra vita».

Pierpaolo Boffi

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