Lo rilanciamo così il territorio?

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Dal 30 agosto al 4 settembre la Valle Staffora e la Val Curone ospiteranno la 95^ edizione della “International Six Days Enduro”. L’evento ha innescato un acceso dibattito tra favorevoli e contrari

Le nostre valli tra Piemonte e Lombardia ospiteranno la 95^ edizione della “International Six Days Enduro”. La organizzano il Moto Club Alfieri di Asti e il Moto Club Pavia, insieme alla Federazione Motociclistica Italiana e a quella internazionale. La precedente edizione italiana si era svolta in Sardegna nel 2013. Si tratta del campionato mondiale dedicato alla specialità. La manifestazione doveva già svolgersi lo scorso anno, ma la pandemia ne ha costretto lo slittamento all’anno in corso, più precisamente dal 30 agosto al 5 settembre. Al suo interno si terrà inoltre la quinta edizione del FIM Enduro Vintage Trophy che andrà in scena dal 2 al 4 settembre.

La sei giorni di enduro avrà il suo quartier generale ed i paddock all’aeroporto di Rivanazzano Terme. La premiazione finale si svolgerà in quel di Salice Terme. Le prove attraverseranno le colline della Valle Staffora e della Val Curone, con la prova finale di cross che sarà ospitata nel complesso di Ottobiano, già teatro di una prova del Mondiale cross MXGP nel 2017.

Trattandosi di un campionato mondiale, si prevede la partecipazione dai 4 ai 5 mila addetti ai lavori, insieme ad atleti in rappresentanza di 40 nazioni.

L’arrivo nelle province di Alessandria e Pavia di questa competizione internazionale ha generato un vivace dibattito tra i “pro”, consapevoli dell’indotto turistico ed economico che gioverà al territorio, e i “contro”, preoccupati per l’impatto ambientale che centinaia di moto produrranno su sentieri e boschi.

Tra questi ultimi c’è chi fa presente che a livello locale sono già state intraprese azioni per rilanciare il territorio senza bisogno della “Sei Giorni”: le piste ciclabili, gli importanti finanziamenti del progetto “Aree interne” e altre iniziative a tutela del paesaggio.

Tra i favorevoli si dice che la manifestazione non creerà nessun danno alla zona, anzi sarà occasione per un rilancio, specificando che le gare si svilupperanno su percorsi individuati insieme agli amministratori dei Comuni e alla Comunità montana e dove transiteranno le moto le zone saranno ripristinate a dovere.

Pier Luigi Feltri

Chi è a favore: Romano Ferrari vicesindaco ed Elisa Randi consigliera con delega agli eventi del Comune di Rivanazzano

«Nella primavera 2018 abbiamo incontrato i rappresentanti del Moto Club Alfieri di Asti che erano interessati a verificare una possibile location per lo svolgimento di un grande evento motoristico.

Il nostro aeroporto si è subito dimostrato la sede ideale. Quella che inizialmente era un’ipotesi si è poi trasformata in realtà con l’aggiudicazione, all’Italia prima, ed in seconda battuta proprio ai Moto Club di Asti e Pavia dell’organizzazione della gara mondiale denominata “Six Days”. Il tutto si sarebbe dovuto svolgere nel 2020 ed è stato rinviato al corrente anno, per l’esplosione della purtroppo nota pandemia.

Se tutto andrà bene il “Six Days” dovrebbe tenersi tra fine agosto ed inizio settembre.

Non possiamo, come amministratori, che ringraziare in primis il nostro Moto Club Vallestaffora, che ha fatto da tramite tra il nostro territorio e le squadre motociclistiche che stanno organizzando l’evento. Poi dobbiamo ringraziare queste stesse squadre per aver scelto la nostra località come base per un evento di livello mondiale.

Da parte nostra e da parte loro c’è stata la massima disponibilità e collaborazione.

Solo un evento grave come la pandemia da Covid-19 ha forzatamente messo da parte momentaneamente la manifestazione.

Noi speriamo vivamente che quest’anno la situazione migliori e che la manifestazione si svolga. Sarebbe un’ottima e importantissima opportunità per ripartire.

Crediamo nelle gare di enduro. Ne sono state organizzate altre nel nostro Paese e abbiamo potuto sempre apprezzare l’educazione e il rispetto dell’ambiente che questi motociclisti e gli organizzatori di queste gare in genere mettono in campo. Inoltre, in paese si crea sempre un indotto importante. A maggior ragione questo avverrà per una gara di livello mondiale.

Gli organizzatori sono persone molto serie ed esperte che non trascureranno nulla per rispettare l’ambiente e le località ove si svolgerà l’evento.

Non dimentichiamo che già al termine dell’ultima edizione nel novembre 2019 (tenutasi a Portimao in Portogallo) Rivanazzano Terme è stata ufficialmente citata e indicata a tutto il mondo come sede dell’edizione 2020. Grazie a questo abbiamo avuto – e sicuramente avremo con la partenza della gara – un riscontro mediatico importantissimo, utile a far conoscere la nostra bella valle. Dobbiamo considerare questo mondiale come una risorsa da sfruttare per consolidare l’attrattività di un territorio unico ma spesso poco conosciuto.

Certamente dovremo tutti essere pronti. Da parte nostra cercheremo di dare il massimo supporto logistico e organizzativo con particolare attenzione alla circolazione stradale. Se la situazione pandemica ne permetterà, come tutti ci auguriamo, lo svolgimento, il mondiale di enduro sarebbe un traino incredibile anche per tutta la provincia di Pavia».

Chi è contro: Vincenzo Giudice, giornalista di Rivanazzano

Vincenzo Giudice

«“Non c’è niente di intelligente da dire a proposito di un massacro”. Al di là delle cucchiaiate di mal digesta retorica, non trovo abito migliore delle parole di Kurt Vonnegut per vestire la “Sei Giorni” di enduro. Ma come è possibile? In un solo anno è cambiato il mondo, sono cambiate le nostre abitudini, il nostro modo di lavorare, di intrattenere relazioni. La pandemia ci ha insegnato che lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, il consumo del suolo sono tra i principali fattori di diffusione del virus e che tra lo stile di vita e il rischio pandemia esiste una stretta connessione. Mi chiedo allora come sia possibile, a pandemia in corso, riproporre in questo fragile angolo di mondo una manifestazione dall’impatto devastante.

Non criminalizzo l’enduro, sulla cui pratica servirebbe fare chiarezza dal punto di vista normativo, ma un conto è fare un giro in moto per godersi lo scenario naturale, altra cosa è liberare il gas di 500 moto tra sentieri, boschi e stradine di montagna. Il patrimonio naturale va preservato. Non è una risorsa da mettere a reddito, come lo intendono certi locali macchinatori incontinenti sempre alla ricerca di occasioni di svendita: proprio il contrario di quanto avviene nelle Langhe o in Franciacorta. Quello che colpisce è il silenzio delle istituzioni, delle amministrazioni locali. Abbiamo dovuto attendere la comunicazione della FMI (Federazione motociclistica internazionale) per sapere che la manifestazione rinviata lo scorso anno è stata messa in agenda a fine dell’estate. Tutti a nascondersi dietro la prima curva del buonsenso, a dimostrazione delle perplessità esistenti. Siamo sicuri che nell’alta Valle Staffora e nella Val Curone siano così contenti di ospitare un evento in pieno contrasto con la riscoperta di quel turismo lento, fondato sulla biodiversità, che lo scorso anno ha ripopolato i rilievi collinari come non avveniva da decenni? Non sarebbe meglio pensare a un piano territoriale dei servizi, alle infrastrutture, ad accelerare sulla digitalizzazione, alla realizzazione di un biodistretto per favorire la riconversione biologica delle colture, rilanciare l’agricoltura di montagna e le colture tipiche? Secondo una visione prospettica questa dovrebbe essere la gara da vincere, invece di rincorrere narrazioni farlocche su immaginifici incassi milionari. Sfugge a qualcuno l’assoluta incapacità ricettiva, con inevitabili risvolti reputazionali ben immaginabili, così come non sembra essere chiaro che non siamo al cospetto di uno sport di élite e che la crisi economica ha ridotto di molto le capacità di spesa di tutti. Ma anche se così non fosse, la mancanza di condivisione con associazioni, Comuni, commercianti, di informazioni, analisi sui flussi attesi è il biglietto vincente per il flop. Senza conoscere i numeri, come può un commerciante attrezzarsi per cogliere un’occasione di business?».

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