Torniamo a parlare di Oltregiogo

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Come ripensare il turismo locale dopo la pandemia? Politici e imprenditori lavorano a un progetto sostenibile che crei una sinergia tra Tortonese e Novese: due zone che non possono restare ai margini della nuova mappa delle Atl

Tra i principali punti di rilancio economico dopo la pandemia diventa urgente ripensare alle prospettive turistiche delle nostre zone. A questa filiera è infatti collegato anche il tema dello sviluppo agricolo, della promozione del territorio e della sua attrattiva residenziale, ora rinforzata dallo smart working.

In Piemonte la Regione dovrà prendersi in carico nei prossimi mesi la riprogettazione delle Agenzie Turistiche Locali, come Alexala che attualmente copre la provincia di Alessandria, ma la cui attività è in fase di ripensamento, sia per la situazione economica e organizzativa interna, sia perché l’obiettivo della Regione è di superare la logica in cui ogni provincia ha la sua agenzia. Secondo le prime bozze che circolano, nel giro di un anno varie Atl dovrebbero essere accorpate e per Alessandria si parla di una fusione con le omologhe realtà di Asti e di Alba, unendo così Monferrato, Langhe, Roero e le terre di fiume lungo il Po. Legarsi a realtà rinomate potrebbe essere un’occasione di sviluppo, ma in questa mappatura il Tortonese e il Novese finirebbero obiettivamente marginalizzati nell’ipotetica suddivisione a quattro zone citata sopra. Occorre una strategia di maggiore identificabilità, pur rimanendo all’interno della ripartizione.

La strategia deve passare per forza attraverso il legame tra il territorio e il suo ambito paesaggistico e naturale con le produzioni tipiche enogastronomiche e agricole. Tutto questo già esiste: produzioni agricole pregiate con marchi di tipicità, un territorio che spazia tra montagna, collina e pianura, con comodissima accessibilità sulle grandi direttrici autostradali e ferroviarie (con la recente aggiunta dell’Eurocity che collega Liguria e Svizzera con fermata a Tortona), monumenti e personaggi storici, vocazione al cicloturismo e a una vasta pratica sportiva. Tuttavia la zona paga una dimensione troppo ridotta dal punto di vista dell’estensione geografica e soprattutto poco identificabile in una sola terminologia, come accade ad esempio per Monferrato, Langhe, Oltrepò.

L’opportunità per allargare la base può nascere unendo due realtà limitrofe e analoghe per conformazione territoriale, generi di tipicità prodotte, proposte culturali e storiche: Tortona e Novi Ligure, comprese le valli Curone, Grue, Ossona, Borbera e Spinti, il territorio di Gavi e il suo vitigno ben conosciuto e apprezzato nel mondo. Si creerebbe così un sistema più ampio, dalle prospettive più solide, su un’area che va dal confine con l’Oltrepò fino a comprendere Gavi e a lambire l’alto Monferrato, con la possibilità quindi di legarsi ai flussi turistici di zone già rinomate. Appunto, manca un nome che vada oltre localismi e campanili. E anche in questo caso qualcosa di già pronto ci sarebbe, guardando alle definizioni storico geografiche: Oltregiogo è il nome delle terre che da Genova venivano considerate limitrofe ma oltre Appennino, un’appendice oggi in Piemonte del territorio ligure, che includeva, appunto, le aree di confine tra l’area cittadina di Genova, il Po, il Monferrato, con al centro le valli Borbera, Scrivia, Lemme e Orba.

Sarebbe una definizione anche già nota soprattutto in Liguria, creando possibilità di visibilità anche sui flussi turistici diretti verso il mare o da qui verso l’interno.

Perché quindi non definirsi Oltregiogo invece che disperdere risorse e idee in progetti locali che non fanno massa critica sufficiente per imporsi nella competizione globale e a ben guardare nemmeno regionale? Forse le istituzioni ci stanno provando: manca però il nome e proviamo a fornirlo con queste riflessioni.

Stefano Brocchetti

Le realtà economiche: il presidente della Strada del Vino e dei Sapori, il produttore vinicolo Walter Massa

Walter Massa

«Abbiamo fatto diversi mesi di rodaggio e superato i dubbi iniziali, ora abbiamo fatto sinergia, c’è una risposta convinta da tutti i nostri ambiti di intervento. Il settore alimentare risponde a bisogni fondamentali delle persone: la ristorazione, la vendita, la produzione. In particolare la somministrazione è il vero assessore al turismo di un territorio. Se i prodotti ne sono gli ambasciatori, lo sviluppo è creato da chi distribuisce perché sono i ristoranti che attirano le persone sul territorio, stimolando all’acquisto dei prodotti, portando i turisti a visitare cantine, stalle, paesaggi, boschi, pinacoteche, musei. Come “Strada del Vino” stiamo chiedendo al Governo il sostegno al made in Italy, allo stesso modo lanceremo sollecitazioni a livello regionale, provinciale, locale. Vorrei che si stimolasse in dibattito in questo senso: io vedo una grandissima alleanza tra i due territori principali del vino bianco in Piemonte, ovvero il Gavi e le Terre Derthona. Si dovrebbe creare una cordata politica e territoriale, di scambio reciproco, dal Forte di Gavi al Castello di Brignano, dal barbera al cortese, dagli amaretti ai baci di dama, dalle pesche di Volpedo al Montebore, dai tartufi ai funghi e così via. Con le figure di Fausto Coppi, Pellizza, don Orione e molto altro. Possiamo uscire a livello mondiale: attirare sul territorio milioni di persone ad apprezzare le specialità è assolutamente alla nostra portata».

Le istituzioni: il vicesindaco e assessore al Turismo di Tortona Fabio Morreale

Fabio Morreale

«Da un paio di mesi stiamo dialogando con il Comune di Novi Ligure per fare sinergia per lo sviluppo turistico: i due territori – Tortonese e Novese – sono molto simili e contigui a livello storico e delle tipicità locali e siamo convinti che unirsi e stare insieme sia la via migliore per presentare un territorio omogeneo. Ci sono poi attività economiche che possono sostenere questa visione, dai vari consorzi alle realtà commerciali più solide e capaci già loro stesse di attrarre autonomamente flussi turistici. La sinergia potrebbe spingere ulteriormente i flussi già in essere, come il cicloturismo, il turismo religioso, quello legato agli eventi culturali e quello della residenzialità nelle seconde case, rinforzando anche la parte enogastronomica su cui è fondamentale che i produttori e i ristoratori siano convintamente coinvolti. Siamo ancora all’inizio di un percorso a livello di confronto istituzionale, ma le sensazioni sono buone: pensiamo che sia la direzione giusta per stimolare la crescita dei territori. Naturalmente tutto avverrà nel solco della progettualità che la Regione Piemonte, con i cui assessorati competenti ci siamo più volte confrontati, allestirà sul fronte della riorganizzazione delle Atl, tenendo conto delle caratteristiche delle varie zone e delle opportunità collegabili».

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