Amarsi per sempre si può
di Maria Pia e Gianni Mussini
Gianni va al computer. Sul tappetino del mouse uno dei promemoria che Maria Pia produce industrialmente e che lo fanno andare in bestia perché lo costringono a: 1) alzare il mouse, 2) sfilare da sotto il promemoria, 3) rimettere il mouse medesimo al suo posto.
Maledizione che fatica!
Però sul foglietto si legge: film di Avati. Sì, bisogna ricordarsi di registrarlo e Gianni è il tecnico di casa. Dopo tutto sono così pochi i film verso cui Maria Pia mostra un certo interesse: no ai film di guerra, banditi quelli violenti o i gialli ad alta tensione, non graditi i western, l’eros lasciamo perdere…
Avati, dunque. La scorsa settimana è uscito, per ora solo in Pay Tv, il suo nuovo film Lei mi parla ancora.
È la storia di Giuseppe Sgarbi, rimasto vedovo dopo ben 65 anni di matrimonio, e della sua Rina: sono niente meno che i genitori di Vittorio (sì, lui) e di Elisabetta, che di mestiere fa l’editrice. Ma qui non si tratta dei figli famosi, ad Avati interessa il tema – molto controcorrente – a cui è fortemente legato da sempre: la famiglia, la forza dell’amore coniugale che sopravvive al tempo.
Ispirato a un libro autobiografico dello stesso Giuseppe Sgarbi, il film conta su un cast di prim’ordine (tra gli altri Stefania Sandrelli e Fabrizio Gifuni) e vede come attore protagonista Renato Pozzetto, all’esordio in un ruolo drammatico ma capace di rappresentare con stupefacente credi
bilità il personaggio del vedovo. Sappiamo quanto è bravo sin dai tempi di Cochi e Renato, ma qui la molla è un’altra: anche lui è rimasto vedovo e anche lui, come Giuseppe Sgarbi, ha un senso forte del matrimonio. Quale il segreto? Lo ha confessato lo stesso Renato al Corriere della Se
ra: «Devi essere innamorato. Se due lo sono e si augurano l’amore oltre la morte, non è che si sposano e dopo due mesi si sono stufati». Giusto, lo diceva spesso il vecchio parroco a Gianni in confessionale: «Non mi vengano a dire che l’amore è finito; se si lasciano è perché non c’è mai stato veramente». E Gianni, pensando al “sorriso dalla curva d’orizzonte” della sua Popa (questo il nickname familiare) che lo aveva incantato all’inizio dei tempi, non può che confermare.
Lo stesso lei, stregata in quella certa occasione dall’estro del suo Gianni.
Cose che non vanno più via. Amarsi per sempre – la promessa che sembra quasi impossibile da fare, oggi che le coppie «pare si siano arrese ad unioni da minimo sindacale affettivo» (così Avati in un’intervista) – non è irrealizzabile neanche ai giorni nostri.
Lo dimostrano Giuseppe e Rina Sgarbi; lo “sentono”, con tante altre coppie radicate nell’amore vero anche quando è difficile, Gianni e Maria Pia.