Dove metto la borsa?

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di Patrizia Ferrando

I momenti, per così dire, fatali: quelli in cui ci ritroviamo a non saper cosa fare, lì, sospesi in un gesto a metà, e nel vago rimpianto di non ricordare, o non aver mai appreso, la mossa giusta.

Se ci pensiamo, sono capitati a tutti; però, anche se un luogo comune vorrebbe al centro di ogni norma la proverbiale punta di forchetta, l’elemento scatenante di tali istanti di difficoltà risiede spesso nei pressi della tavola, ma quasi mai nelle posate.

Ad esempio, c’è un classico dubbio femminile, che può accendersi anche al tavolino di un bar. «Dove metto la borsa?», ci chiediamo.

Cominciamo con l’escludere qualche posto.

La borsetta, di qualsiasi dimensione, ma presumibilmente piccola (l’effetto bagaglio a mano non dovrebbe essere necessario se non avete commissioni o impegni di lavoro) non planerà sul tavolo.

Non ci stazioneranno nemmeno, se è per questo, l’onnipresente telefono, sigarette, accendini e affini, e tantomeno sono da imitare le imbarazzanti figure di chi estrae specchi, rossetti, e, ahimè, perfino pettini. Appendere una borsa a tracolla alla sedia tenta per apparente facilità e comodità, eppure, più ancora che antiestetico, diventa atto poco cortese poiché ostacola chi serve il pranzo o chi deve passare. Di certo non è una buona idea gettare tutto a terra, accanto a noi o in mezzo ai piedi, talvolta più del vicino che nostri.

Allora, dove mettiamo il più necessario degli accessori?

Una prima opzione: sistemare la borsetta dietro di noi, nel piccolo spazio che ci divide dallo schienale della sedia. Se la foggia della seduta non lo consente, la terremo appoggiata sulle ginocchia. Se siamo invitate in una casa, pochette o it-bag rimangono all’ingresso, e un fazzoletto, in puro stile utile consiglio della nonna, non si vedrà, ben dissimulato in qualsiasi abito. Al bar, in effetti, nella pausa caffè o a colazione, una borsa non mini ci farà spesso compagnia. Andrà appoggiata su una sedia libera; i più prudenti raccomandano, in luoghi di grande passaggio, specie all’aperto, di trovare una collocazione non troppo esterna ed esposta, onde non tentare aspiranti ladruncoli.

Sul piano del tavolo, dunque, i commensali non aggiungono mai nulla: che fare col tovagliolo, se dobbiamo alzarci un momento durante un pasto? Non lo lasceremo sulla tovaglia, dove, non ripiegato, finirà dopo dolce o caffè, quando tutti saranno in piedi. Intuibile la ragione: non abbandonare un lembo macchiato o comunque non molto pulito accanto al piatto di chi mangia. Lo metteremo, senza piegarlo e senza distenderlo a mò di lenzuolo, sul sedile o sul bracciolo.

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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