Armida Barelli, una santità laica al femminile

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La fondatrice dell’università “Cattolica” sarà beata. Le sue opere profetiche ancora oggi si rivelano ricche di frutti pastorali, sociali e culturali

Armida Barelli sarà beata: il decreto è stato pubblicato sabato 20 febbraio. Quando tutto sembra “impossibile” come la totale e completa guarigione di una donna investita da un camion mentre era in bicicletta, a cui neanche i medici hanno saputo dare una spiegazione, allora si può realizzare. È questa una delle virtù di Armida Barelli minuta ma grandissima rappresentante della storia del movimento cattolico italiano. E alla Barelli è attribuita l’intercessione della “sorella maggiore d’Italia” che nel 1918 fondò la Gioventù femminile di Azione Cattolica, che ha permesso a una donna di tornare alla vita. Determinante è stato il riconoscimento del miracolo attribuitole avvenuto a Prato nel 1989. Il 5 maggio la 65enne Alice Maggini fu investita da un camion mentre viaggiava in bicicletta. L’incidente, ricorda il Comitato in una nota stampa, causò alla donna una grave commozione cerebrale e i medici prevedevano danni neurologici importanti. I familiari e gli amici invocarono l’intercessione della Serva di Dio e «in modo scientificamente inspiegabile» Alice si riprese completamente e, «senza aver riportato conseguenze, ha continuato la sua vita in totale autonomia fino alla morte, avvenuta nel 2012». Il miracolo, riconosciuto da Papa Francesco, ha spalancato le porte alla beatificazione di Armida, “donna tra due secoli”, protagonista del rinnovamento culturale e politico di un’Italia dilaniata dalle due guerre mondiali.

Alla notizia della promulgazione dei decreti della Congregazione delle cause dei santi, «grande gioia e gratitudine» per Papa Francesco sono state espresse dal Comitato di beatificazione e canonizzazione di Armida Barelli, «insieme a tante persone che in Italia e nel mondo la ricordano e mantengono viva la sua eredità». Attori per l’avvio della causa sono stati l’Azione Cattolica italiana, l’università “Cattolica del Sacro Cuore” e l’Istituto secolare Missionarie della Regalità per le sue «opere profetiche che ancora oggi si rivelano ricche di frutti pastorali, sociali e culturali».

Nata in una famiglia borghese di Milano il 1° dicembre 1882, Armida studia in un collegio svizzero gestito dalle Suore della Santa Croce dove apprese la spiritualità francescana. Fin dall’adolescenza si dedica al prossimo, specie agli orfani e ai carcerati. Nel 1919, insieme a padre Agostino Gemelli, fonda l’Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo e con lui anche l’Opera della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo per la diffusione della liturgia. Dà vita a case di spiritualità nei più importanti luoghi francescani e promuove una vasta opera di formazione spirituale e di discernimento vocazionale. A 28 anni conosce padre Gemelli e dal loro sodalizio nasce l’università “Cattolica del Sacro Cuore”, inaugurata ufficialmente il 7 dicembre 1921, della quale è stata tesoriera nonché ideatrice. La Barelli è fermamente convinta di intitolarla al Sacro Cuore e ne diventa indispensabile “cassiera”. Accompagna con straordinaria efficacia tutte le fasi di sviluppo dell’ateneo per i primi trent’anni, contribuendo, soprattutto con l’annuale Giornata per l’università “Cattolica”, a mobilitare i cattolici italiani. Nel 1924 è ideatrice della prima Giornata universitaria per la raccolta di fondi.

Organizza convegni, pellegrinaggi, settimane della purezza, settimane sociali e attività per le missioni. Partecipa ai congressi internazionali della Gioventù Femminile ed è sempre aperta ad accogliere quanto di nuovo può venire dalle esperienze di altri Paesi e può essere trasferito nella realtà italiana, segnata dal regime fascista che lei considera incompatibile con la formazione della Gioventù Femminile. Strenua sostenitrice dell’emancipazione femminile, in prima linea nella battaglia per ottenere il voto alle donne, ha più volte percorso l’Italia in lungo e in largo per dialogare con giovani donne appartenenti a culture e ceti sociali molto diversi tra loro. “Essere per agire”, “istruirsi per istruire”, “santificarsi per santificare” sono i principali insegnamenti lasciati alle centinaia di giovani incontrate ai convegni e alle Settimane sociali che organizza anche per spronarle a essere protagoniste della vita pubblica e della Chiesa. Muore il 15 agosto del 1952, festa dell’Assunzione di Maria, ricevendo conforto spirituale da padre Agostino Gemelli. Le sue spoglie riposano nella cripta dell’università “Cattolica”.

Luca Rolandi

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