Aperta a Voghera la mensa dei poveri

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La Caritas diocesana, da gennaio, distribuisce ogni giorno la cena grazie alla collaborazione di un gruppo di volontari delle parrocchie cittadine

Da gennaio, in via Bellocchio, poco lontano dalla chiesa di san Rocco, nel palazzo della famiglia Sampietro, di proprietà dell’omonima fondazione, la Caritas ha aperto la mensa dei poveri.

Grazie al finanziamento della Fondazione Cariplo e ai fondi dell’8xmille della Chiesa Cattolica, i locali al piano terra della dimora che si affaccia su un piccolo ed elegante cortile, sono stati ristrutturati per accogliere all’interno le sale dove distribuire i pasti.

La procedura di accoglienza degli ospiti prevede che ogni volta siano registrati i nomi e sia misurata la temperatura a tutti.

Dopo la sanificazione delle mani è possibile passare nelle due stanze dove sono sistemati i tavoli, tutti dotati di divisori in plexiglas, come prevede la normativa anti Covid. A guidarci nella conoscenza di questa realtà moderna e funzionale è stata Concetta, l’operatrice della Caritas che coordina i volontari e si occupa della struttura e, con decisione ed entusiasmo, osserva le procedure stabilite. L’obiettivo della mensa è ben riassunto nella frase evangelica «dar da mangiare agli affamati», che non a caso è anche una delle sette opere di misericordia corporale. Le persone che arrivano, però, non sono affamate solo di cibo, ma spesso anche di affetto, di calore e chiedono di poter essere ascoltate.

A loro è offerta la possibilità di consumare un pasto completo – la cena – in un ambiente pulito, riscaldato, ben illuminato e dotato di ogni comfort e di ricevere sempre un sorriso e una parola gentile di accompagnamento. A nessuno degli ospiti viene chiesta la ragione per cui si rivolgono alla mensa; l’unica domanda che viene posta è quella che permette di avere o meno la conferma della loro presenza per il giorno successivo, per sapere come organizzarsi con il numero di coperti. Un gruppo di volontari, provenienti dalle parrocchie della città, a rotazione, accoglie sette giorni su sette quanti chiedono di mangiare. Come spiega Concetta, il catering della cooperativa “Concordia” arriva verso le ore 17 e consegna i contenitori termici contenenti un primo, un secondo, il contorno, la frutta, il pane e una bottiglietta d’acqua. Fatti accomodare i commensali, si procede alla distribuzione che avviene singolarmente, essendo ogni piatto confezionato in porzione monodose. Essendoci 14 posti a sedere, solitamente vengono realizzati due turni per permettere a tutti di cenare comodamente e ognuno, prima di andare via, provvede a pulire il suo posto e fare la raccolta differenziata. Alcuni chiedono di poter effettuare l’asporto e una volta ritirato il pasto, lasciano la struttura che chiude al pubblico entro le ore 18.30 per permettere poi di sanificare i locali utilizzando l’apposita macchina ionizzatrice. Il mercoledì e il sabato la cena è cucinata dai volontari della parrocchia orionina di San Pietro che ha messo a disposizione le cucine per preparare le monoporzioni con gli alimenti forniti in parte dal Banco alimentare e in parte dalla Coop di Voghera.

Da lunedì scorso, con l’ingresso della Lombardia in zona arancione, la mensa consegna a tutti solo la cena da asporto, secondo quanto prestabilito dalla Regione.

In questo primo periodo di attività il bilancio di Concetta è molto positivo: «Abbiamo distribuito circa 25 cene al giorno e tutti sono soddisfatti della bontà degli ingredienti e della varietà del menu e spesso le persone arrivano ben prima dell’orario di apertura e aspettano il loro turno in cortile, con indosso la mascherina e mantenendo la distanza di sicurezza».

Per il momento la Caritas offre solo la cena, anche se il prossimo obiettivo sarà il pranzo, per permettere una condivisione completa dei pasti giornalieri.

Daniela Catalano

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