Restaurato il quadro di sant’Antonio attribuito a Fiasella

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SAN SEBASTIANO CURONE – Dopo un lungo restauro durato cinque anni, torna nella chiesa parrocchiale il dipinto a olio che rappresenta sant’Antonio da Padova in adorazione di Gesù, risalente al XVII secolo. Riportato allo splendore originario dallo Studio Gabbantichità di Tortona, è stato attribuito dallo studioso Fulvio Cervini alla bottega del pittore genovese Domenico Fiasella. Poiché l’opera versava in condizioni precarie, nell’aprile del 2016 l’allora parroco don Claudio Baldi aveva richiesto alla Soprintendenza l’autorizzazione al restauro, con la promessa di un contributo da parte di un offerente privato. Successivamente il nuovo parroco, don Paolo Padrini, ha incoraggiato le attività di recupero, che hanno ottenuto anche il sostegno economico delle Fondazioni CR Tortona, CR Alessandria e CR Torino.

La tela, particolarmente compromessa, è stata sottoposta a un’operazione conservativa preliminare, con la fermatura delle numerose scaglie di colore sollevate e parzialmente staccate, mediante l’apposizione di carta giapponese. Una volta raggiunto il laboratorio, indagini diagnostiche approfondite hanno determinato la linea d’azione migliore rispetto alle effettive condizioni del dipinto. Sono subito risultati chiari i numerosi interventi che nel corso degli anni hanno com- portato deformazioni e sovrapposizioni di strati, con conseguenti ingiallimenti e alterazioni della lettura dell’opera. Staccata la tela dal supporto ligneo, è seguita l’operazione più delicata e laboriosa: la rimozione dal retro degli spessi strati di collante proteico, per liberare il tessuto originario.

Posto su un nuovo telaio su misura, il dipinto ha subito ulteriori fasi di restauro, come il risarcimento dei tagli e dei buchi con inserti di tela e fili di spessore e armatura simili all’originale. L’ultima fase è stata la verniciatura: dopo le prime mani a pennello, si è proseguito con numerose e sottili stesure sovrapposte di vernici a spruzzo di ultima generazione, per garantire una perfetta conservazione grazie alle resine chetoniche che preserveranno i colori nel tempo. Il dipinto tornerà nella sua sede originaria accanto ad altre opere di gran pregio: il “Martirio di san Sebastiano” del pittore Giò Raffaele Badaracco, la scultura raffigurante san Sebastiano di Luigi Montecucco e l’altare dedicato alla Crocefissione, opera di Stefano Vil, fiore all’occhiello della diocesi.

Valeria Sala

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