«La maternità è santità»

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di Maria Pia e Gianni Mussini

Il racconto della Divina Commedia inizia il 25 marzo del 1300, nel “mezzo del cammin” della vita di Dante e nell’anno del grande Giubileo.

Ma il 25 marzo ricorda anche il momento in cui l’Angelo annuncia a Maria che, pur vergine, partorirà il Figlio di Dio. La redenzione dell’umanità è resa possibile dall’umiltà sbalorditiva della Madonna che prorompe nel cantico del Magnificat (Luca 1, 46-55), dove la vicenda è colta quasi in presa diretta: «L’anima mia magnifica il Signore… ».

Gianni e Maria Pia sono legati a quel cantico festoso e profondo, convinti che l’evento dell’Annunciazione si ripeta – in piccolo ma della stessa qualità – a ogni concepimento. Piccola rivelazione: a loro due era successo l’8 dicembre del 1980 quando, tornati a casa sotto la neve dopo la Messa, scoprirono che il test di gravidanza mostrava il cerchiolino “magico” della positività (mentre i medici ipotizzavano che fossero sterili). Una speciale annunciazione della primogenita…

La storia di ogni uomo inizia proprio in quell’attimo. Ed è molto saggio e naturale l’uso coreano di contare l’età di una persona proprio a partire dal concepimento. Per questo Gianni e Maria Pia ricordano volentieri i luoghi in cui sono stati “inventati” alla vita. Gianni, avventuroso anche prima di nascere, a Francoforte sul Meno; Maria Pia a Oleggio, nella pianura che guarda, oltre le risaie, al Monte Rosa.

Anche un personaggio che abbiamo già incontrato in questa rubrica, Pupi Avati, è stato curioso di conoscere i propri “inizi” e, come ha raccontato, ha scoperto di essere stato concepito a Roma «la sera del 3 febbraio del 1938 in una camera del secondo piano dell’hotel Pax Helvetiae», mentre i genitori erano in viaggio di nozze. Proprio da qui la sua attrazione speciale per Roma, che giustifica con «quella nottata là… una nottata mica da niente, mica da ridere».

Da un regista all’altro. Anche Franco Zeffirelli è sempre stato sensibile al tema. Concepito fuori dal matrimonio, mentre tutti i benpensanti spingevano per l’aborto venne difeso da sua madre: «Mio figlio non lo uccido ». A Firenze frequentava i ragazzi di San Marco, tra i quali un giorno scoppiò una rissa che lo coinvolse. Passava Giorgio La Pira, terziario domenicano presso il convento e futuro “sindaco santo” della città. Chiese a Franco che stava succedendo: «Ha detto che mia mamma è una prostituta»… Allora lo accompagnò davanti all’Annunciazione del Beato Angelico, spiegandogli che quello è il momento più grande della storia, e di ciascuno di noi.

Per concludere: «La maternità è sempre santità. Qualunque cosa dicano di tua madre, la devi pensare come una santa perché è come la Madonna, e quando avrai bisogno di qualcosa nella vita prega la Madonna e pregherai tua madre».

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