San Leone IX
Il 19 aprile ricorre la memoria liturgica di san Leone IX che fu papa dal 1049 al 1054 anno in cui morì. Nacque il 21 giugno 1002 a Eguisheim nel Nord Ovest della Francia, vicino a Colmar e fu battezzato con il nome di Brunone. Apparteneva alla nobile famiglia alsaziana dei conti di Egisheim-Dagsburg. Fu affidato alle cure e all’istruzione del vescovo di Toul e a 22 anni era diacono.
Nel 1027 fu eletto vescovo di Toul, diocesi che resse per 25 anni. Nel periodo in cui rivestì questa carica rese un importante servizio politico agli imperatori Corrado II ed Enrico III e fu un pastore serio e riformatore. Alla morte di Damaso II, Brunone fu scelto come suo successore da un’assemblea, alla presenza dell’imperatore e dei delegati romani.
Lui, però richiese come condizione per la sua accettazione, di poter andare a Roma per essere eletto canonicamente per voce del clero e del popolo. Eletto a 47 anni, si impegnò nel gover-no della Chiesa, soprattutto nella lotta alla simonia, al concubinato e per la difesa del celibato.
Fu il primo papa a viaggiare sia in Italia sia in Europa, in Germania, Francia e Svizzera.
Uno dei suoi primi atti pubblici fu il sinodo di Pasqua del 1049, nel quale fu confermato il celibato ecclesiastico. Tenne un sinodo anche a Pavia, sempre nel 1049 al quale partecipò anche Enrico III. Organizzare concili, sinodi e assemblee fu molto efficace e gli permise di adottare il “metodo della presenza”.
Condannò poi la dottrina di Berengario di Tours, secondo la quale il pane e il vino diventavano il corpo e il sangue di Cristo solo simbolicamente.
Il fatto storicamente più importante del suo pontificato fu il Grande Scisma d’Oriente, cioè la rottura con la Chiesa orientale. Nel maggio 1053 per proteggere lo Stato pontificio dalle scorrerie dei Normanni nell’Italia meridionale, il santo guidò un esercito contro di loro, ma fu sconfitto a Civitate e fatto prigioniero. Nel frattempo il nuovo patriarca di Costantinopoli, Michele Cerulario, si indignò per l’ingerenza del papa nell’Italia meridionale e impedì il riavvicinamento fra la Chiesa di Roma e quella di Bisanzio.
Il 16 luglio 1053, dinanzi al clero e al popolo, i delegati del papa deposero la bolla di scomunica sull’altare della chiesa di Santa Sofia. Il patriarca rispose il 24 luglio con un contro anatema. Da allora la Chiesa di Roma si definì cattolica, cioè “universale”, mentre quella di Costantinopoli divenne “ortodossa”, cioè della “retta dottrina”. Leone, dopo la morte, avvenuta il 19 aprile 1054, fu presto venerato come santo.
Daniela Catalano