Gira e ride la trottola di Rocco

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Muratore di professione ma “trottolaio” nell’animo: ad Avolasca vive un artigiano esperto di un giocattolo antico che conserva sempre intatta la sua magia

Nell’era dei videogame e della Playstation c’è ancora chi ama giocare con le trottole e farle conoscere a piccoli e grandi che restano incantati a guardarle negli spettacoli itineranti. Come quelli che porta nelle piazze Rocco Cosca, 53 anni, muratore di professione ma “trottolaio” nell’animo. Così recita la scritta sull’originale banchetto che lo accompagna nelle sue avventure e così ha voluto chiamare il suo sito internet (www.iltrottolaio.it).

Rocco vive ad Avolasca, sulle colline tortonesi, a contatto con la natura, con la sua compagna e tre figlie e da alcuni anni ha deciso di dare voce a una passione che custodiva nel cuore fin dall’infanzia. Nella sua Gela, in Sicilia, dove è nato, Rocco aveva scoperto la trottola e ne era rimasto affascinato, tanto da conservare nel tempo la prima acquistata da un artigiano siciliano. Da allora questo antico gioco è sempre stato presente nella sua vita, anche quando si è trasferito nel Varesotto e poi nel Tortonese. Ha cominciato a collezionare trottole e a scovarne di uniche e introvabili. A lui, però, non bastava conservarle, voleva conoscerle, studiarle e farle apprezzare agli altri. L’occasione è arrivata nel 2015 quando, in un momento lavorativo difficile, ha deciso di “inventarsi” un’alternativa. Ha pensato di costruirle in autonomia. Grazie a un suo amico, che gli ha prestato per alcuni mesi il tornio, si è messo all’opera e con passione e determinazione ha iniziato la sua esperienza.

«La parte più interessante – racconta l’artista – è stata proprio quella iniziale che è durata più di un anno e che ancora prosegue con la ricerca delle idee e delle forme e lo studio accurato delle qualità del legno, delle dimensioni e del peso specifico. Saltavo il pranzo e la cena per dedicarmi allo studio e alla realizzazione delle mie creature». Il suo grande impegno è stato premiato da notevoli risultati come la trottola formata da 25 pezzi giuntati insieme provenienti da 13 legni diversi e assemblati in modo da creare un vero e proprio caleidoscopio naturale. Non ci sono colori, infatti, nelle sue opere, ma solo la bellezza del legno che può essere di faggio, il più comune, ma anche di bosso, di ciliegio, di erica e di molte altre piante. Affinando la tecnica sono migliorati anche gli obiettivi performativi. A lui si deve l’invenzione della trottola che ride. Il segreto di questo suono sta nella forma molto affusolata che le permette, prima di smettere di girare e arrendersi alla gravità, di saltellare e liberare una risata. Una creazione veramente geniale che si aggiunge a quella “ubriaca” e a quella che sfida la forza di gravità.

La fama di Cosca è arrivata addirittura in Francia. E nel 2019 è stato invitato al “Festival international de la toupie” (Festival internazionale della trottola) che si svolge a Loon-Plage, in Normandia, insieme a tanti altri artisti. «Per una settimana sono stato gomito a gomito con 25 colleghi provenienti da tutto il mondo. – ricorda Rocco – Ho incontrato giocolieri e uomini di spettacolo provenienti da tanti Paesi e soprattutto dal sud America, dove la trottola è molto diffusa e usata. Ho conosciuto anche un ex trapezista messicano che aveva lavorato nel circo Orfei e che a fine carriera ha iniziato a fare spettacoli con le trottole. Ho vissuto giorni stupendi, pieni di condivisione e d’amicizia e ho ricevuto tanti complimenti per la mia originalità e creatività. Mi sono sentito a casa, circondato da tante persone meravigliose».

In questi anni il trottolaio ha trascorso i suoi week end tra Liguria, Lombardia e Piemonte, portando in giro, nelle feste, la sua arte nella quale miscela, in maniera equilibrata, la dimensione tecnico-artistica e artigianale e quella ludica, con un occhio di attenzione alla storia. La trottola, infatti, vanta un glorioso passato risalente a circa 6000 anni fa.

Le sue origini sono contese tra Africa, Asia e Sud America. «La cultura celtica – spiega – ne ha fatto anche un uso esoterico per il potere ammaliante. In quella orientale è un oggetto di studio per la sua forma e per il vortice che parte da un punto zero e poi diventa un grande volano a velocità costante». È interessante scoprire come scienza e divertimento si fondono insieme in questo giocattolo: Rocco, insieme a un suo amico matematico, è stato invitato in Val Camonica, nel museo di Cedegolo, a dimostrare tale connubio. Molto importante è la tecnica di lancio. «È un frutto di dimestichezza e abilità, – conclude – e richiede un grande lavoro di allenamento per arrivare a fare numeri molto complessi e capaci di suscitare entusiasmo tra il pubblico». Esiste addirittura il campionato del mondo di trottole, che si è svolto lo scorso ottobre online e al quale Cosca ha partecipato confrontandosi con colleghi bravissimi, tra cui il campione assoluto, un artista di Maiorca.

La speranza di Rocco è di tornare presto a esibirsi davanti al suo pubblico.

A febbraio, in occasione dell’anniversario dell’inizio della pandemia, ha voluto manifestare la sua amarezza per questa pausa forzata. Lo ha fatto a Serravalle e a Tortona, nell’unico modo a lui congeniale: con uno spettacolo all’aperto e con cartelli con i quali esprimeva il suo disappunto. Adesso è tempo di riprendere in mano le sue amate trottole per farle girare liberamente all’aria aperta e stupire gli spettatori con la magica arte dal sapore antico.

Daniela Catalano

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