La dama dal bianco calzino

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di Silvia Malaspina

In queste ultime settimane ha spopolato sui social e sui settimanali “femminili” la fotografia che immortala Chiara Ferragni mentre sta passeggiando nel quadrilatero della moda, abbigliata con un outfit casual, impreziosito da un bianco calzino e da una ciabatta di gomma stile balneare. Immediate sono scattate le reazioni a cotanta beltà.

Io appartengo allo schieramento di coloro che «il calzino bianco solo in caso di ricovero ospedaliero. Le calzature di gomma solo in prossimità di spazi natatori», pertanto ho trovato questa uscita aberrante, nonostante le ciabatte siano le famose Yeezy Slides, vendute tra i 500 e i 1200 euro, a seconda del colore e della taglia.

In un lampo ho rivisto le truppe di turisti germanici con epidermide color aragosta che sciamano sulle nostre spiagge con calzino candido, sandalo in gomma, camicia a quadri manica lunga e bermuda extra large, stridendo come unghie affilate sulla lavagna con il generale buon gusto per l’abbigliamento che si respira nel nostro Paese.

È pur vero che la storia della moda è costellata da innovazioni che hanno suscitato sul loro nascere sconcerto e reazioni contrarie; celeberrimo il caso di Coco Chanel: al grido di «la vera eleganza non può prescindere dalla piena possibilità del libero movimento»,affrancò le signore della Belle Époque dalla schiavitù del corsetto, scandalizzando più di un’indignata madame parigina. Sua anche l’introduzione della sempiterna petite robe noir, l’intramontabile tubino nero che tutte abbiamo nell’armadio e che si rivela sempre una scelta vincente, seppur giudicato da alcuni contemporanei di “Mademoiselle” sciatto e informe.

Come non ricordare poi Re Giorgio (Armani) che negli anni Ottanta portò in passerella l’indumento più classico e tradizionale di tutti, la giacca, ma realizzata con materiali morbidi, senza imbottiture e sagomature: una giacca destrutturata, né maschile né femminile, leggermente sformata e adatta a ogni occasione. Il capo fu rivoluzionario perché veicolava un messaggio importante, cioè che le donne non dovevano più vestirsi da “donne” e gli uomini da “uomini”, ma nel contempo scandalizzò molti tradizionalisti affezionati a una rigida divisione dei ruoli.

Non sono un’esperta di moda, né di nuove tendenze, ma non mi pare che l’exploit della signora Ferragni possa essere paragonabile a questi iconici rinnovamenti o che mieterà molti imitatori (i “deficienters”, per dirla come Sgarbi): non siamo di fronte all’originale inventiva di uno stilista, ma all’astuzia, un po’ grossolana in questo caso, di un’influencer che, ben lontana dallo charme incarnato dal cardigan immacolato della Dama bianca, può tutt’al più proporsi come la dama dal bianco calzino.

silviamalaspina@libero.it

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