Sciopero dei lavoratori dell’ex Ilva di Novi

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La protesta per la gestione della cassa integrazione

NOVI LIGURE – Martedì 20 luglio, come era stato annunciato dalle parti sociali, i lavoratori degli stabilimenti italiani dell’ex Ilva hanno incrociato le braccia per 8 ore. Lo sciopero è stato indetto per «sollecitare il Governo a incidere nella nuova società, alla quale partecipa tramite Invitalia, con interventi negli stabilimenti e ripristino degli organici» come ha spiegato Salvatore Pafundi della segreteria Fim Cisl Alessandria Asti.

L’azienda, infatti, sta facendo un uso improprio della cassa integrazione e non riconosce la parte dell’accordo aziendale che rientra in quello generale, firmato dal Ministero nel 2018, che prevedeva anche un premio di risultato mai assegnato.

A Novi è stato realizzato un corteo guidato dai sindacalisti e dal sindaco Gian Paolo Cabella, che si è recato presso la rotatoria tra viale Unione Europea e strada per Bosco Marengo, dove Federico Porrata, esponente della Fiom Cgil, ha spiegato, a quanti transitavano, le ragioni della protesta.

I sindacati novesi lamentano il fatto che ci siano cento dipendenti in meno rispetto all’accordo stipulato oltre alla necessità di urgenti interventi per la sicurezza e al mancato pagamento del premio di risultato del 3%.

Durante la manifestazione è arrivata da Roma la notizia della revoca delle tredici settimane di cas- sa integrazione ordinaria prevista, che sarà sostituita dalla cassa post Covid voluta dal ministro del Lavoro Andrea Orlando e alla quale possono ricorrere le aziende con più di mille dipendenti.

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