Il sindaco affigge i manifesti con i nomi dei morti per Covid

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Castelnuovo Scrivia. Gianni Tagliani: «Chi sfila in piazza ha la memoria corta, offende chi è morto soffocato e avrebbe fatto volentieri il vaccino»

Trovate la forza di mettervi davanti a un manifesto in bianco e nero, che riporta il nome di 40 persone del vostro paese morte di Covid e fatevi fare una fotografia, sapendo che in quell’elenco c’è anche vostro padre, che se n’è andato in silenzio e in solitudine e al quale non avete potuto dire addio. Gianni Tagliani, sindaco di Castelnuovo Scrivia, l’ha fatto: per lui, uomo e politico che non le manda a dire, non deve essere stato facile, ma è un gesto che il primo cittadino si è sentito di esternare in modo diretto. Poche, lapidarie parole rivolte «ai No Vax, a chi pensa al complotto e a chi confonde il nazismo con il vaccino».

«Mi sono stancato di vedere piazze piene di persone che negano l’evidenza, che considerano il vaccino un interesse di qualcuno, che urlano la loro rabbia quando, invece, quelli arrabbiati siamo noi. – ha detto Tagliani – Noi che abbiamo perso appunto un padre, un amico o un fratello e che probabilmente, se ci fosse stato il vaccino, sarebbe ancora qui. Chi sfila in piazza ha la memoria corta, offende chi è morto soffocato e avrebbe fatto volentieri il vaccino e non ricorda, probabilmente, quando l’unico grido che si levava a marzo 2020 era proprio “Speriamo trovino presto un vaccino”».

La frase che campeggia sopra l’elenco con la foto del parroco, don Paolo Caorsi, sullo sfondo, mentre benedice una bara, è un chiaro monito a chi si rivolta ai vaccini: “Loro sono morti soffocati, ricordatelo bene: se ci fosse stato, i nostri 40 morti avrebbero fatto volentieri il vaccino”.

Manifesti shock, sì, che – rilanciati dall’Ansa – hanno richiamato l’attenzione dei media locali e nazionali, da Sky TG24 e TGcom24, passando per Rai 3 Piemonte, La Stampa, la Repubblica e molti altri organi di informazione. Anche una troupe della televisione La7 è arrivata, lunedì scorso, in paese per documentare nel programma “L’aria che tira” il “respiro” dei castelnovesi e del loro primo cittadino. Tra gli intervistati c’era la signora Gabriella, vedova del medico di famiglia Renzo Granata, tra i primi a cadere sul campo. La comunità di Castelnuovo Scrivia (a una manciata di chilometri dalla Lombardia) ha pagato, rispetto a tutto il Piemonte, un prezzo molto alto al virus. Una ferita lacerante, che non vuole essere dimenticata. A Castelnuovo è stato piantumato il “Bosco della memoria”: «È il primo parco piemontese dedicato alle vittime di Covid con 24 gelsi in un’area molto centrale, perché 24 sono le vittime della prima ondata – prosegue Tagliani – ma stiamo già pensando a un altro bosco, in altri spazi, per le vittime della seconda ondata».

Tra i messaggi di plauso all’iniziativa del sindaco Tagliani c’è quello dell’Anpi di Tortona, a firma del suo presidente Marco Balossino, che ha sottolineato come «pubblicare i nomi dei morti di Covid per onorare la memoria di chi non ha potuto scegliere se vaccinarsi ed è morto, ed insieme spiegare le ragioni di chi ha deciso di vaccinarsi è una scelta non gridata né violenta, ma netta e forte, che si contrappone in modo diretto alle urla, agli striscioni e alle piazze che vedono un possibile abuso, una violenza in danno dei diritti di libertà nella possibilità che vengano stabiliti obblighi vaccinali e limitazioni alla vita di relazione».

Alessandra Dellacà

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