Dress code e Caterina

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di Patrizia Ferrando

La moda e le buone maniere sono imparentate? La risposta, probabilmente, dovrebbe essere “non sempre” e richiede alcune puntate di questa modesta rubrica.

Se, da una parte, alla moda sono connaturati capricci e mutevolezze che poco si addicono al galateo, dall’altra entrambi i settori rientrano in quella “storia dei costumi” che ci permette di comprendere come la società rifletta i propri cambiamenti anche nelle questioni in apparenza leggere, quali modi e abbigliamento.

In concreto: non vestiamo più come le nostre bisnonne, e nemmeno ci comportiamo come loro, oppure, in termini aneddotici, scopriamo che Caterina de’ Medici, nipote di Lorenzo il Magnifico, divenuta moglie di Enrico II di Valois, introdusse presso la corte francese la forchetta e anche, tra le altre cose, lussuose scarpette fiorentine e un abbigliamento (intimo incluso) più adatto all’equitazione, il tutto allora sconosciuto ai parigini. Ma, al dunque, perché si stabilisce un’alternanza di accostamenti fra moda e buone maniere? Intanto per una questione di tempi, e una di meccanismi commerciali. I cambiamenti della moda sono rapidissimi, anche stagionali, quelli del comportamento molto più lenti e meno evidenti; se i primi rispondono anche a questioni di marketing e mercato, i secondi hanno un peso economico quasi irrisorio. Senza scomodare Coco Chanel, però, sappiamo tutti che esiste un insieme di regole e caratteristiche chiamato “stile” che, proprio come i fondamenti di gentilezza e armonia di un non ton non superficiale, non passa e non viene scalfito dalle trovate modaiole. Torniamo dunque da Caterina, e anche da Cenerentola, perché parliamo di scarpe e scarpette… ma poi proiettiamoci nel presente. Tanto gli esperti di moda quanto quelli di galateo vi diranno sempre che delle scarpe brutte o sbagliate possono “uccidere” un abito perfetto. Altrettanto univoca sarà l’indicazione per budget limitati: se non potete spendere molto, non destinate la quasi totalità di spesa al vestito penalizzando le calzature. Poi, però, si consuma il distacco. Eccoci di fronte a una vetrina. Le proposte del momento risultano la scelta più appropriata? Non sempre, appunto. E come distinguere, allora, la scarpa bon ton per ogni occasione? Questo diventerà il nostro lasciapassare nel mondo del cosiddetto dress code, la definizione con cui si usa riassumere l’insieme di capi e accessori indicati per occasioni specifiche, come cerimonie o colloqui formali, ma anche per momenti e posti diversi della vita quotidiana, dal lavoro al tempo libero, dal parco al luogo di culto. Per la base degli accessori, ci muoveremo da una regola tanto maschile quanto femminile: più è spessa la suola, meno è elegante la scarpa (parola di Caterina, o quasi).

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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