Maledetta tastiera
di Silvia Malaspina
Nell’ambito dei Seat Music Awards tenutisi recentemente all’Arena di Verona e trasmessi da Rai 1, è stato dato rilievo al 40° anniversario dell’uscita di “Maledetta primavera”, la hit più famosa di Loretta Goggi, che è salita sul prestigioso palco e ha riproposto questo suo grande successo. Sui social sono piovuti insulti e volgari critiche: l’artista è stata accusata di aver cantato in playback, di essersi abbigliata e truccata come un pagliaccio, di avere mostrato lineamenti stravolti dagli interventi estetici e altri commenti di una maleducazione inaudita e di una ferocia brutalmente gratuita.
Non ho assistito in diretta alla performance, ma l’ho rivista online e questo è ciò che ne ho dedotto: una bella signora di 70 anni, con un abito molto scenografico e che ben si adatta alla maestosità della location, truccata con un maquillage teatrale ma di grande impatto e che rende comunque evidente l’assenza di interventi chirurgici, canta un brano ormai evergreen in playback, accompagnata da tutto il pubblico presente. La sua emozione era visibile e quasi palpabile: in più occasioni ha dichiarato che questa canzone era legata all’amato coniuge Gianni Brezza, scomparso nel 2011, pertanto aveva preferito cantarla in playback, per non incappare in scivoloni causati da una comprensibile commozione.
Mi sono chiesta: perché tutta questa cattiveria? Un’artista agées non ha il diritto di esibirsi, proponendosi al meglio delle proprie possibilità, che non sono le stesse di 40 anni prima, ma sono semplicemente mutate? Siamo ormai così assuefatti alle soubrette gonfiabili che puntano tutto sui (s)vestiti di scena da non riconoscere più la classe di una professionista che ha spaziato dalla musica, al teatro, al cinema, alle imitazioni? Siamo divenuti così ottusi e poveri di intelletto da apprezzare solo fanciulle in fiore e da pensare che le artiste mature debbano essere rottamate? Inoltre, ciò che mi fa più indignare è che oggi tutti cantano con la voce preregistrata, ma ai sedicenti rapper, che si improvvisano pure tribuni della plebe, tutto viene concesso, in virtù dei milioni di followers che mietono sui social.
La signora Goggi non ha riposto agli attacchi e ha scelto l’unica soluzione sensata: ha cancellato il proprio profilo social, annunciandolo con un amaro post: «Non starò ad elencarvi gli insulti arrivati in occasione di una delle più grandi emozioni della mia carriera. Non scenderò oltre al livello dei leoni e ciò che più fa tristezza, delle leonesse (alla faccia della solidarietà femminile!) della tastiera, sono già andata oltre il mio stile. Ho deciso di allontanarmi definitivamente dai social e dai relativi insulti. Non lo faccio solo per me, che sono una “tosta”, ma per tutte le donne e gli uomini che subiscono il body shaming».
A noi non resta che commentare amaramente: maledetta tastiera!
silviamalaspina@libero.it