Il “miracolo” dei Giovani di A.C.

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Domenica scorsa la festa diocesana del Settore al santuario della Passione di Torricella Verzate

TORRICELLA VERZATE – Una storia tinteggiata con i colori d’inizio autunno dell’Oltrepò e attraversata dal profumo del mosto appena pigiato. Una sola parola che, da quasi 40 anni, evoca in molte persone una festa prima ancora che una località: si potrebbe dire che la Diocesi abbia la sua piccola Sanremo o Cannes, ma senza le celebrità, solo ragazze e ragazzi di tutte le età che, in questo periodo, si ritrovano in un luogo suggestivo e panoramico, si guardano in faccia e si rendono conto di quanto è grande la mancanza dall’ultima volta insieme in Casa Alpina a Brusson. Un racconto da “tempo ordinario”, fatto di gioia semplice, troppo semplice forse anche per occupare le colonne di un giornale. Che porta un nome ben preciso. Questo è il “miracolo” di Torricella Verzate.

Bisogna, però, giustificare la scelta di scomodare una parola tanto impegnativa come “miracolo” per descrivere la festa del Settore Giovani dell’Azione Cattolica tortonese, che si è svolta domenica 3 ottobre al Santuario della Passione.

Se “miracolo” letteralmente designa ciò che stupisce, che meraviglia, trascende le umani possibilità, allora il fatto che 40 ragazzi dai 14 ai 30 anni decidano di passare insieme una mezza giornata di pioggia per ribadire il proprio “sì” a Cristo, sinceramente non si potrebbe chiamarlo altrimenti. Soprattutto in questa fase difficile che ha toccato anche le realtà parrocchiali diocesane, come gli oratori che fi-no a poco tempo fa erano così familiari ai giovani e nei quali oggi non servono gli ingressi contingentati. Non ci sono certo ingenui entusiasmi: chi aveva in mente le feste prima del 2020, ricorda ben altri numeri. Eppure, nei modesti risultati di queste due ultime edizioni, si devono riscontrare almeno un elemento di forza e uno di speranza: il primo motiva la considerazione ottimistica sulle presenze dell’oggi, perché il numero non è frutto del caso, ma di un paziente lavoro di cura delle relazioni intessuto tra gli esigui spazi concessi dalla pandemia, che si traduce nei percorsi online dello scorso anno, nei campi estivi a numero chiuso a Brusson e nell’impegno di chi, nel- le parrocchie, dimostra quotidianamente ai ragazzi che esiste una vita buona e che questa è possibile riconoscendo la presenza del Signore Gesù che cammina al nostro passo, proprio come accadde ai discepoli di Emmaus. L’elemento di speranza è che quest’anno, nonostante tutto, è stato stabilito un record. Perché da tanti anni non si registrava la presenza così cospicua di giovani ultraventenni: almeno il 70% del totale. Questi non sono venuti a fare un giro, ma si sono seduti attorno a un tavolo e, guardandosi negli occhi, si sono detti quanto è stato difficile ripartire nel lavoro, nello studio, nelle relazioni dopo le piccole e grandi tragedie che in questi mesi hanno toccato un po’ tutti e che vogliono provare a condividere un nuovo percorso, secondo le modalità che saranno consentite. Certo, questo risultato ottenuto su una fascia d’età da sempre “critica”, attraversata da scelte impegnative e, spes- so, da trasferimenti fuori sede, non fa dimenticare che è sui più piccoli che vanno concentrate le energie dell’Equipe Giovani e del Movimento Studenti di AC. Questa generazione (tra 14 e 18 anni) è lontana, forse un po’ smarrita, sicuramente molto disorientata e la colpa non è certo sua. Il Signore, però, si serve di mezzi inaspettati e bellissimi per raggiungere il cuore degli uomini e costella la vita di occasioni di grazia i cui frutti dipendono poco dalla capacità imprenditoriale degli organizzatori. Lo dimostrano le belle sor- prese che riaccendono la speranza e che fanno credere veramente, ancora una volta, come in passato, nel “miracolo” di Torricella.

Equipe Giovani di A.C.

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