God save the Queen
di Silvia Malaspina
Agli ultimi Emmy Awards è stata incoronata (nomen omen) miglior serie drammatica la produzione squisitamente britannica The Crown, che si è aggiudicata ben 8 statuette. La saga dei Windsor ha appassionato milioni di telespettatori in tutto il mondo e riscosso grandi consensi di critica. Io rientro tra coloro che hanno sviluppato una sorta di dipendenza da questa serie, trasmessa su una delle maggiori piattaforme digitali, e mi sono pertanto chiesta se tale successo planetario sia dovuto, oltre che alla perfetta sinergia tra i vari tasselli della complessa macchina cinematografica e all’accuratezza della ricostruzione storica, anche e forse soprattutto alla figura di Elisabetta II, che non smette di affascinare e di essere al passo coi tempi, nonostante abbia spento 95 candeline.
L’indiscussa bravura delle due attrici che l’hanno impersonata nelle prime quattro stagioni della serie ha lasciato spazio a considerazioni realistiche su una straordinaria donna: vengono infatti messe in scena molte dinamiche interne alla famiglia reale e la stessa Elisabetta non appare affatto edulcorata, ma ritratta anche nelle sfumature meno nobili, come nella memorabile e reciproca insofferenza con la “lady di ferro” Margareth Thatcher, al cui proposito la sovrana si espresse nella realtà e non nella fiction in termini non propriamente lusinghieri: «La detesto cordialmente».
Da quanto nel corso degli anni è emerso da interviste, biografie non autorizzate e variegati memoriali dei soliti “bene informati”, sappiamo che anche nella versione fiction di Elisabetta in veste materna non sono state celate le frequenti incomprensioni e la basilare freddezza che hanno contraddistinto il rapporto con i quattro figli, per non parlare dell’aperta ostilità mostrata nei confronti della nuora Diana, alla quale non viene riservata la minima comprensione, nemmeno quando questa abbraccia in lacrime Sua Maestà, chiamandola mamma.
È lecito quindi domandarsi come mai Elisabetta II sia ancora la royal più amata dagli inglesi e non solo, ed abbia strappato il primato alla ben più glamour Kate Middleton, consorte dell’erede al trono, come emerso da un sondaggio della società di analisi di mercato You Gov.
Questa Wonder Woman in tailleur color pastello e bizzarri copricapi ha accompagnato 69 anni di storia britannica ed europea, riuscendo ad apparire ancora oggi come l’incarnazione della figura femminile multitasking, ma non così granitica da bastare a se stessa, visto che, alla scomparsa dell’amato coniuge Filippo, definito «la mia forza» e con il quale per altro pare non siano mancate altalenanti vicende di reciproche infedeltà, ci è apparsa come una qualunque vedova, affranta e impaurita. I bookmakers da tempo scommettono su un’imminente ascesa al trono dello stagionato primogenito Carlo, ma pare proprio che God non sia intenzionato a richiamare a sé the Queen!
silviamalaspina@libero.it