«La mia lingua canti le tue parole»

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Oggi esce nelle librerie il nuovo volume di Mons. Guido Marini

Oggi in tutte le librerie italiane esce il nuovo libro del vescovo Mons. Guido Marini che si intitola La mia lingua canti le tue parole, per Effatà Editrice (pp. 256, 15 euro).

Il volume si aggiunge ai numerosi testi di poesie, di spiritualità e di biografie di testimoni della fede che l’autore ha scritto nel corso degli anni, mentre era Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie.

Dopo aver pubblicato nel 2020 Fammi vivere secondo la tua parola, che propone commenti, in forma breve e semplice, alle letture delle domeniche, delle memorie, delle feste e delle solennità dell’intero anno liturgico, nei suoi tre cicli A, B e C, quest’anno Marini offre una meditazione sulla prima lettura e il vangelo della Messa del giorno, per ogni giorno feriale del tempo ordinario pari (Anno II).

I commenti scaturiscono dalla preghiera e sono un valido sussidio per la meditazione personale sulla Parola di Dio e per chi prepara le omelie.

Il titolo, che è tratto dal Salmo 119, diventa un’esortazione rivolta a quanti si accingono alla lettura della parola di Dio e a compiere un cammino di adesione progressiva alla volontà del Padre.

Di seguito l’introduzione al libro di Mons. Marini.

Il Santo Padre Francesco, a più riprese, ha suggerito di crescere nella familiarità con la parola del Signore. Nella cappella di Santa Marta, al momento dell’omelia durante la Messa del mattino, ha avuto modo di pronunciare le seguenti parole: «Vi faccio una domanda: ogni giorno ascoltiamo Gesù nel Vangelo, leggiamo un brano del Vangelo? La Parola di Gesù è il pasto più forte per l’anima, ci nutre la fede. Io vi suggerisco, ogni giorno, di prendere alcuni minuti e leggere un brano del Vangelo e sen- tire cosa succede».

Il presente volume intende essere una risposta alla domanda del Papa, un incoraggiamento e un invito a prendere sul serio il suo suggerimento, in modo tale che la parola del Signore possa divenire nutrimento quotidiano della nostra vita di fede. Non si dovrebbero mai dimenticare le note parole di san Girolamo: «L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo». Come è possibile, nel nostro cammino cristiano, tollerare una possibile «ignoranza di Cristo»? Essere cristiani significa, anzitutto e prima di tutto, conoscere e amare il Signore Gesù Cristo e tendere ogni giorno di più a realizzare quanto sperimentato dall’apostolo Paolo: «Per me vivere è Cristo» (Fil 1,21).

Un celebre testo, che ha nutrito spiritualmente generazioni di uomini e donne di fede nel corso dei secoli, si intitola: Imitazione di Cristo. Ciascuno di noi è chiamato a una tale imitazione, che nasce da un incontro di amore che ha cambiato la vita.

L’incontro con il Risorto, infatti, è all’inizio di ogni itinerario di fede. Dal Risorto siamo rimasti affascinati, attratti, soprattutto salvati: la grazia della Redenzione ci ha comunicato la vita nuova dei figli di Dio, liberandoci dal peccato e dalla morte. Da quel momento abbiamo deciso che la nostra vita sarebbe stata una risposta di amore all’Amore.

E l’amore chiede anche l’imitazione.

I commenti di seguito proposti, in forma breve e semplice, riguardano le letture delle Ferie del Tempo Ordinario Anno II (pari).

Sono commenti che scaturiscono dalla preghiera e, attraverso la preghiera, conducono alla vita in Cristo. Non c’è, infatti, una vera lettura della parola di Dio che non sia orante e che non comporti un cammino di adesione progressiva alla volontà di Dio, con il crescere di una vera e propria passione per l’annuncio della salvezza.

A ogni lettura, pertanto, si accompagni l’invocazione: «La mia lingua canti le tue parole» (Sal 119,172).

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