Più bravi degli Alinari

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Renzo Basora e Arnaldo Calanca hanno curato il volume con le foto dei fratelli Cicala, edito dalla Libreria Ticinum, che racconta Voghera

Venerdì 3 dicembre nella Biblioteca Civica Ricottiana è stato presentato il volume Davide e Vittorio Cicala. I fotografi del Re (Libreria Ticinum Editore). I curatori Renzo Basora e Arnaldo Calanca hanno ricostruito la storia dei Cicala, padre e figlio, che, dal 1865 agli anni Trenta del Novecento, hanno immortalato più generazioni di abitanti e hanno documentato la vita sociale della città e la sua trasformazione urbanistica.

La pubblicazione riveste un interesse storico e fotografico, sia per la quantità e la qualità delle immagini, sia per la precisa collocazione temporale, che inizia con la fase pionieristica della fotografia. L’archivio Cicala, per le sue caratteristiche e per la sua grandezza, rappresenta un importante patrimonio culturale per la città; in esso sono contenuti personaggi, categorie sociali, paesaggi e vedute. Lo storico Ando Cilardi, durante la perizia di acquisizione da parte del Comune, ha constatato la presenza di 3 album che raccoglievano le più antiche immagini di Davide Cicala, insieme a circa 7.200 stampe positive databili dal 1865 al 1885, pochi anni dopo l’invenzione della fotografia che nasce nel 1839; di 322 foto di Davide e Vittorio Cicala stampate a contatto, di grande formato, raccolte in album e di circa 45.000 lastre che sono il lavoro svolto, principalmente in studio, da Vittorio Cicala e poi continuato da Egidio Rossi, assistente di studio sin dal 1920 e da Claudio Nobile, entra-to come lavorante nel 1943, che hanno proseguito fino al 1965.

Cilardi, parlando dei due fotografi, ha detto: «I Cicala e i loro successori furono operatori assai esperti; il loro prodotto è di alta qualità artigianale. Certamente il loro lavoro è al di sopra della qualità media degli Alinari, che per essere assunti a un livello industriale, hanno lasciato una produzione più omologata, più commerciale e meno varia di questa». I Cicala, che furono pure fotografi della Casa Reale d’Italia, con le loro immagini hanno raccontato una parte significativa della storia cittadina. Ci sono case, volti e testimonianze di un mondo scomparso ma che continua a vivere ancora oggi grazie alla fotografia. Notevole per impatto emotivo è soprattutto il repertorio dedicato al Manicomio provinciale e ai ritratti post mortem.

«Ogni immagine del libro – scrivono gli editori – va studiata e interrogata; ogni gesto, ogni particolare del personaggio ritratto o del paesaggio va indagato con attenzione, perché il lavoro dei Cicala invita a una riflessione seria sulla fotografia, sui suoi fini e sulla sua natura, come capita sempre quando si lavora sul materiale di grandi artisti».

Il recupero dell’Archivio fotografico ha avuto inizio nel 1997 su impulso di Giuseppe Calandra ed è proseguito fino al 2010, permettendo la messa in sicurezza di circa l’80% del totale. Una interessante scelta di immagini contenute nella pubblicazione è stata esposta nella mostra fotografica allestita in Sala Pagano e inaugurata sabato 4 dicembre. L’esposizione, curata da Spazio53, sarà visitabile l’11 e il 12 dicembre dalle ore 10 alle 12.30 e dalle ore 15.30 alle 19.

Daniela Catalano

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