«Più siamo mariani e più siamo cristiani»

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Messa dell’Immacolata e lettura dell’“Akatisthos”

TORTONA – Mercoledì 8 dicembre, alle ore 10.30, il vescovo ha presieduto il pontificale in cattedrale nella solennità dell’Immacolata, candida come la neve che in quel momento stava imbiancando la città.

Nell’omelia Mons. Marini, citando san Paolo VI, ha iniziato affermando che «più siamo mariani più siamo cristiani perché più parliamo di Maria, più guardiamo a Maria più andiamo verso Gesù».

«La Madonna – ha proseguito – è colei che si oppone al peccato e al male sempre, in ogni sua forma, in ogni suo grado. Lei è colei che è senza peccato. Quando guardiamo a lei scopriamo che la nostra vita è piena e bella nella misura in cui è capace di opporsi senza condizioni al peccato e al male, che non sono un guadagno per l’uomo, ma sono la sua vera perdita».

Soffermandosi sulle parole dell’apostolo Paolo nella seconda lettura, Mons. Marini, ha sottolineato come il grande disegno di Dio per l’umanità si è realizzato «perché Maria ha risposto sì, ha aderito alla volontà del Padre nel segreto di una piccola casa».

E questo «ci ricorda che i nostri sì a Dio piccoli o grandi che siano, conosciuti o sconosciuti, in mezzo alle folle o nel segreto della nostra stanza sono decisivi perché il piano dell’amore di Dio si compia e si realizzi per noi e per il mondo intero». L’Immacolata, portandoci verso il Signore, fa a tutti tre grandi doni: «Ci aiuta a dire no al peccato; ci aiuta a ritrovare l’importanza e la bellezza del sì a Dio; ci ricorda che lo Spirito Santo è il grande l’artefice della nostra appartenenza al Signore Gesù».

Al termine il vescovo, prima della benedizione, ha salutato i presenti e ha ringraziato il parroco don Claudio Baldi, il diacono Ernesto Stramesi, i ministranti, gli associati dell’Azione Cattolica che come tradizione hanno chiesto la benedizione delle tessere e la Cappella Musicale diretta da Enrico Vercesi.

In serata, alle ore 21, sempre in cattedrale, il vescovo ha guidato la lettura dell’inno “Akatisthos”, che, a differenza degli altri anni, non è stata cantato a causa dell’assenza dei cantori, impediti dalla nevicata. Mons. Marini, all’inizio, ha spiegato ai presenti il significato delle 24 stanze che compongono l’antica e bella preghiera mariana che si recita in piedi.

Nei versi si rende omaggio alla Madre di Dio che è «il cuore pulsante della Chiesa».

Daniela Catalano

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