Regaliamo i nuovi letti al Piccolo Cottolengo
Sono loro, i bambini ospiti della Casa voluta da san Luigi Orione a Tortona, 8a farci una sorpresa: il sorriso con il quale ci accolgono. Andiamo a trovarli tutto l’anno (Covid permettendo)
«La porta del Piccolo Cottolengo è sempre aperta. Non si domanderà a chi entra se abbia un nome, ma solo se abbia un dolore. Si lavora, con le mani giunte; tutti fanno quello che possono». Queste parole, pronunciate da san Luigi Orione tanti anni fa, sono ancora attuali. Tanto che riaffiorano sulle labbra di suor Carmen Aquino e di Vincenzo Castella, rispettivamente direttrice e responsabile sanitario del Piccolo Cottolengo di Tortona, il Centro che sorge ai piedi del santuario della Madonna della Guardia ed è il fiore all’occhiello dell’Opera Orionina. In questa Residenza Sanitaria Assistenziale per disabili, in prevalenza minori, sono accolti 47 ospiti, che nel 2022 supereranno quota 50: hanno pochi mesi di vita o sono già adulti, provengono da tutta Italia e sono di nazionalità e religioni differenti. In comune hanno la gravità della malattia e il bisogno di essere accolti e accuditi. Ad attenderli c’è una grande famiglia, composta da medici, coordinatori, infermieri e terapisti della riabilitazione, educatori professionali e operatori socio sanitari. Insieme a loro ci sono le suore, le Piccole Missionarie che proprio don Orione volle nelle sue Case e un grande gruppo di volontari. Il dottor Castella, che per anni è stato primario della Pediatria all’ospedale di Tortona, ha conosciuto bene la realtà del Cottolengo e quando è andato in pensione, ha deciso di occuparsene in prima persona come responsabile sanitario. «Posso affermare – dichiara – che il personale ha una grande capacità di instaurare una relazione profonda con i bambini. C’è un vero clima famigliare. E pur essendo questo un posto di sofferenza, non è affatto triste. La giornata è vissuta con positività e con ottimismo. C’è un enorme senso di affetto e quando qualcuno del personale non vede i bambini per qualche giorno, ne sente subito la mancanza. Noi, per scelta, curiamo i pazienti con problemi prevalentemente neurologici ad altissima gravità e cerchiamo di impegnarci affinché possano avere ogni conforto ed essere assistiti con competenza e professionalità. Prima di tutto loro sono amati da tutti noi».
La priorità in questo momento è rinnovare i letti che ormai hanno più di 20 anni e devono essere sostituiti con quelli di nuova generazione altamente tecnologici. Per acquistarli Castella ha avuto l’idea di mettere in scena un musical e il 10 dicembre, al teatro “Mater Dei”, è stato presentato Progressisters che ha visto sul palco il personale con le suore e alcuni bambini.
Determinazione e coraggio non mancano certo a suor Carmen e al direttore che guardano al futuro con entusiasmo e voglia di fare. «La pandemia ha generato incertezza e dubbio, – afferma suor Carmen – e ci ha legato le mani. Speriamo che il nuovo anno ci permetta di tornare a realizzare i progetti che abbiamo in mente e che sono tutti funzionali a elevare la qualità della vita dei nostri ospiti». In questo Natale ormai alle porte la suora augura a tutti di «non perdere mai la speranza in Gesù Bambino che ci porta fiducia e gioia». «Bisogna restare davanti al presepio – aggiunge – in contemplazione perché davanti alla grotta noi contempliamo il Signore che nasce e che ci mostra la sua umiltà. Anche noi dobbiamo imparare a essere umili e semplici come lui». E nel Cottolengo si fa il presepe proprio quale segno dell’attesa del Salvatore.
Per le festività non sono previsti momenti di condivisione per evitare assembramenti ma, come sottolinea Castella, la direzione ha deciso che «dal 20 dicembre al 6 gennaio saranno raddoppiati gli orari e i tempi di visita con i bambini. Questo comporta uno sforzo del nostro personale. Per mettere il bambino a contatto con i genitori occorre seguire un’attenta procedura e purtroppo le forze non sono illimitate» La struttura, che al 90% è a gestione laica, «non esisterebbe se non ci fossero le suore con la loro dedizione e il loro amore». Fondamentali anche i volontari che in questo periodo sono stati “emarginati” per ragioni di sicurezza ma rappresentano una grande forza. Il “tocco” natalizio però non mancherà nelle divise del personale e nelle stanze dei malati e presto arriverà anche Babbo Natale a portare i regali ai piccoli.
L’unico vero obiettivo di una squadra così coesa è alleviare la sofferenza delle «perle», come le chiamava don Orione e migliorare la loro qualità di vita. Coloro che entrano nelle stanze e vedono i malati per la prima volta sono colpiti dalla cruda realtà della malattia ma escono con il cuore pieno di gioia e di serenità. I sorrisi e la voglia di vivere dei bambini sono la migliore risposta a ogni domanda che può scaturire dalla mente. «Solo guardandoli si possono capire quali sono i veri valori della vita» – conclude Castella. Il sogno di san Luigi Orione si è avverato: i piccoli e i deboli hanno trovato una Casa piena di amore e con tutti i confort possibili. La Provvidenza farà il resto. Per questo Natale, ancora all’insegna del Covid, un buon motivo di speranza è il sorriso degli ospiti, il loro modo di dire «grazie». Perché, allora, non impegnarsi nel nuovo anno per contribuire alla donazione di uno dei 50 letti che dovranno essere acquistati?
L’Iban per effettuare un versamento è: BPER Banca IT16Z0538748670000042221383.
Che cosa state aspettando?
Daniela Catalano