“Terre d’Oltrepò”: dirigenza sfiduciata

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La cantina più grande della Lombardia dovrà andare al voto per eleggere il nuovo Cda. I dissidenti scendono in campo

BRONI – Terremoto alla cantina sociale “Terre d’Oltrepò”. Venerdì scorso, durante l’assemblea dei soci, è passata a larga maggioranza (310 voti contro 153) la mozione di sfiducia presentata da un gruppo di soci nei confronti della dirigenza del colosso vitivinicolo oltrepadano.

La contestazione era iniziata a dicembre dello scorso anno quando, a seguito dell’approvazione risicata del bilancio, 244 soci avevano sottoscritto una raccolta firme per chiedere la rimozione del consiglio di amministrazione della società, presieduto dal 2016 da Andrea Giorgi. Le critiche dei soci dissidenti si sono concentrate soprattutto sulla bassa remunerazione delle uve, che rischia di mettere in difficoltà le aziende agricole, sulla mancanza di figure professionali da affiancare al Cda nella direzione e su alcune scelte fatte nel corso di questi anni, una su tutte l’acquisizione da parte di “Terre d’Oltrepò” dello storico marchio della spumantistica “La Versa”.

Una contestazione che è emersa chiaramente anche durante il dibattito dell’assemblea e che ha portato alla vittoria schiacciante, con quasi il doppio dei voti, dei sostenitori della mozione di sfiducia.

Ora la cantina si trova in una fase di stallo, in attesa che il collegio sindacale, come prevede il Codice civile, convochi una nuova assemblea dei soci per le elezioni dei membri del consiglio di amministrazione, tra i quali dovrà poi essere individuato il prossimo presidente.

La convocazione dovrebbe arrivare entro la prima metà del mese di febbraio, in modo da evitare ripercussioni negative sull’attività ordinaria della cantina.

Nessuna anticipazione ancora sui nomi dei probabili candidati (si era fatto quello di Emilio Bosini, uno dei leader della protesta, per il ruolo di presidente, ma l’interessato ha subito smentito) anche se i soci dissidenti stanno lavorando a una possibile squadra di governo che, in base ai voti ottenuti dalla sfiducia, avrebbe già la vittoria in tasca. In questa fase, però, un gruppo di soci storici della cantina fa appello alla responsabilità, invocando una soluzione unitaria che tenga conto di tutte le varie sensibilità all’interno della base sociale, per rasserenare il clima dopo i “veleni” degli ultimi periodi. Nel dibattito in corso nel mondo del vino, intanto, spunta la proposta del sottosegretario alle Politiche agricole, Gianmarco Centinaio, di «una squadra di manager competenti e di alto profilo, con un curriculum riconosciuto a livello internazionale» che prendano in mano le redini della cantina cooperativa più grande della Lombardia.

Oliviero Maggi

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