«Bisogna andare al cuore dei giovani e fare esperienza del bello e del vero»
Responsabili ed educatori di Pastorale Giovanile in dialogo con il pastore diocesano
TORTONA – «Mi piacerebbe che i giovani fossero protagonisti nelle varie tappe del sinodo appena inaugurato».
Questo è l’invito lanciato da Mons. Guido Marini durante l’incontro con i responsabili e gli educatori delle varie realtà che fanno riferimento alla Pastorale Giovanile diocesana, che si è volto in Seminario, lunedì 31 gennaio, giorno in cui la Chiesa ricordava la figura di san Giovanni Bosco.
Un primo momento è stato ospitato nella cappella del Seminario, con l’esposizione del Santissimo Sacramento. Il vescovo ha sottolineato l’importanza dell’Adorazione Eucaristica, spiegando che tutti gli incontri si rivelano più proficui quando iniziano in questo modo e ha lanciato ai presenti una sfida: «Provate a fare ogni giorno quindici minuti di Adorazione. Andate ogni giorno da Gesù per un quarto d’ora e vedrete i miracoli che si compiranno». Ha poi annunciato l’idea di iniziare in Quaresima, un’adorazione continua presso una delle chiese di Tortona, auspicando che l’attività orante, «fondamentale per la vitalità della nostra Chiesa», si diffonda in tutta la Diocesi.
L’incontro, poi, è proseguito nel salone del Seminario, dove alcuni educatori hanno posto al vescovo domande sul loro ambito di attività. A rompere il ghiaccio è stata suor Loredana, che parlando dell’Oratorio come “casa che accoglie” gli ha domandato come far sentire questo concetto ai giovani.
Prendendo spunto dall’esperienza di don Bosco, Mons. Marini ha detto che «ciò che importa sopra ogni altra cosa è andare al cuore dei giovani. I nostri spazi diventano accoglienti nella misura in cui il nostro cuore lì batte davvero e siamo capaci di un amore che è quello di Gesù».
In rappresentanza dei gruppi Scout, Maria Paola ha raccontato come sempre più spesso si sia chiamati ad accogliere giovani che provengono da famiglie non credenti o appartenenti a diverse religioni e ha chiesto come far convivere la propria testimonianza di fede con il rispetto del credo altrui.
«Dobbiamo essere delicati e rispettosi, – ha risposto Mons. Marini – ma non sottrarci a quella che è la normalità della nostra vita.
Non dobbiamo mettere da parte ciò che siamo: la fede è un’appartenenza, non un’idea».
Parlando a nome dei giovani dell’Oftal, Maria Gloria ha chiesto come si possono coinvolgere i ragazzi e aiutare i malati.
«I volontari dell’Oftal – ha detto – fanno già tanto, e questo è molto bello. Quando avviciniamo il malato pensiamo innanzitutto che imparerò da lui. Lui ha bisogno di essere ascoltato nel suo dolore, questo è il primo atto di amore nei suoi confronti».
Infine Federica, insegnante dell’istituto “Santachiara”, ha ricordato i ragazzi che frequentano i corsi professionali, che spesso sono portati alla manualità e praticità, ma rischiano di perdere di vista l’importanza della cultura per la formazione etica e la moralità dell’individuo.
Marini ha spiegato che incontrare espressioni significative sotto il profilo culturale lascia sempre un segno nella nostra vita: «Il bello lascia una traccia dentro di noi e ci aiuta a vivere meglio. Il bello e il vero imprimono in noi una capacità di bene. Quando Dostoevskij scriveva che la bellezza salverà il mondo voleva dire questo».
Ha invitato a fare esperienza del bello e del vero con i giovani, perché la loro intelligenza ne viene colpita.
Don Cristiano Orezzi, responsabile della Pastorale Giovanile diocesana, ha poi preso la parola per ringraziare il vescovo e sottolineare come più volte abbia utilizzato la parola “bellezza” e mai, invece, “problema” perché «i giovani – come ha dichiarato il pastore diocesano – non sono mai un problema». Per quanto riguarda i prossimi appuntamenti dedicati ai giovani, don Orezzi ha ricordato il secondo modulo della Scuola per educatori, che si terrà a febbraio e riguarderà l’identità dell’educatore cristiano e la data del 18 aprile (lunedì di Pasqua), quando il Papa incontrerà in piazza San Pietro gli adolescenti italiani. Fervono poi i preparativi per il Meeting dei giovani europei che si terrà in agosto a Santiago di Compostela.
Essendo il 31 gennaio anche il compleanno del vescovo, i presenti hanno festeggiato la ricorrenza con un piccolo rinfresco e con alcuni doni. Suor Veronique, delle Agostiniane di Voghera, ha portato un cartellone realizzato dagli alunni dell’istituto “Santa Caterina” con i loro pensieri di augurio.
I bambini della scuola “Don Bosco” di Novi Ligure gli hanno regalato tre chiavi, ciascuna con un pensiero di affetto e di fede.
Monsignor Marini ha concluso la serata dicendo: «Ho grande desiderio che questa nostra chiesa di Tortona sia una fiamma incandescente. E lo sarà se noi saremo tante fiamme incandescenti».
Pier Luigi Feltri