Il vescovo ha ricordato San Giovanni Bosco

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Il 29 e il 31 gennaio la Messa a San Matteo e in cattedrale con l’istituto “San Giuseppe”

TORTONA – Lunedì 31 gennaio, in cattedrale, il vescovo Mons. Guido Marini ha celebrato la S. Messa nel giorno della festa di san Giovanni Bosco, patrono dei giovani e fondatore della congregazione dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Alla celebrazione hanno partecipato gli alunni della Scuola Primaria e della Secondaria di Primo Grado dell’istituto “S. Giuseppe”, gestito dalle suore salesiane, insieme a una rappresentanza del Centro di Formazione Professionale salesiano.

Durante l’omelia, il vescovo ha raccomandato ai ragazzi di invocare Gesù dicendo: «Tu sei la mia luce» e ha spiegato loro che incontrarlo permette di avere una stella sulla fronte, che ricorda quella dei Magi. Li ha poi esortati a ripetere con gioia: «Don Bosco prega per me», affidando a lui la propria vita come riferimento costante.

Al termine della celebrazione, una rappresentante degli alunni ha ringraziato il vescovo ed essendo anche il giorno del suo compleanno, gli ha rivolto gli auguri a nome di tutti.

Mons. Marini, poi, si è recato al “San Giuseppe”, alle ore 19, per presiedere i Vespri solenni nella cappella dell’istituto, alla presenza della comunità religiosa salesiana, riunita per ricordare il fondatore.

Due giorni prima, sabato 29 gennaio, il pastore diocesano ha presieduto l’Eucaristia, alle ore 18, nella chiesa di S. Matteo a Tortona, in onore del santo torinese al quale è intitolato l’Oratorio della Comunità Pastorale “San Marziano”.

Nell’omelia, commentando le letture, ha messo in evidenza come il verbo “conoscere” nella Scrittura esprime una relazione intensa e profonda con Dio e il profeta Geremia ricorda qual è la vera identità dei cristiani: «Noi siamo conosciuti e amati da Dio. C’è un amore che è la sorgente della nostra vita. Il Signore ci guarda con tenerezza e dolcezza infinita». Ognuno deve raccontare l’esperienza dell’amore di Dio e trasmettere la notizia che ciascun uomo è conosciuto e quindi amato. «Questo – ha affermato Mons. Marini – è il segreto della vera gioia».

È, però, necessario evitare la tentazione di soffocare la presenza del Signore, «quando è scomoda e costringe a una conversione». Bisogna chiedere la grazia di essere sempre «tra quanti accolgono la sua presenza. Il dono più grande che ci viene dallo Spirito, infatti, è la carità cioè la capacità di amare secondo il cuore di Dio, come ricorda l’apostolo Paolo».

Parlando di san Giovanni Bosco ha ricordato che il suo essere «affascinante scaturiva dal fatto che «chi lo incontrava si rendeva conto di essere amato di un amore più grande e i suoi giovani hanno scoperto la vera bellezza del vivere perché sono stati amati da lui con il cuore del Signore».

Maddalena Baschirotto

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