«Custodire sempre tutta la vita»
Il 6 febbraio, in occasione della 44^ Giornata per la Vita, i volontari dei CAV di Tortona, Novi, Voghera e Castelnuovo hanno pregato in cattedrale
TORTONA – Domenica 6 febbraio la Chiesa ha celebrato la 44^ edizione della Giornata per la vita che aveva come filo conduttore il tema “Custodire ogni vita. Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse”.
In diocesi è stata vissuta come un momento di comunione e di preghiera che ha visto i Centri di Aiuto alla Vita (CAV) di Voghera, Novi Ligure, Castelnuovo Scrivia e Tortona ritrovarsi insieme, in cattedrale, alle ore 10.30, per partecipare alla Santa Messa.
Il vescovo, all’inizio, ha subito invitato «a riflettere sulla chiamata a custodire sempre la vita e tutta la vita» e ha esortato a pensare anche «a quante volte non ne siamo stati custodi attenti e fedeli». «Per un momento e con dolore» ha preso in considerazione «le piaghe che attentano alla vita, come l’aborto e l’eutanasia, che da una parte contraddicono la volontà di Dio e dall’altra sfigurano il cuore e il volto dell’uomo e della società che talvolta è disumana».
Nell’omelia, commentando le letture della quinta domenica del Tempo Ordinario, ha spiegato che la vera risposta alla domanda «Che cosa vuol dire essere cristiano?» è quella dell’apostolo Paolo: «Io vi annuncio ciò che mi è stato trasmesso, e che ha cambiato per sempre la mia vita, che Cristo è morto, è risorto, è apparso, e alla cui grazia io devo tutto quello che sono».
Il cristiano, dunque, è colui che ha incontrato Cristo nella sua vita.
«Nella misura in cui noi custodiamo Gesù nella nostra vita, – ha affermato – e fondiamo su di Lui la nostra identità, diveniamo autentici custodi di tutto il resto: custodi della pace, della vita, della giustizia, dei poveri; custodi di coloro che hanno bisogno, di coloro che sono smarriti. Perché è il cuore di Cristo che abita il nostro cuore e si dilata alle ampiezze del mondo». La sua vera identità il cristiano la trova nella celebrazione eucaristica, nella quale «si scolpisce nel nostro cuore e nel nostro volto, ogni giorno di più, la bellezza della nostra fede».
«Per questo – ha detto – la partecipazione alla Messa non può e non deve essere una fatica, deve essere una gioia, un’esigenza, un tempo di cui non possiamo fare a meno».
«Ogni incontro con il Signore, – ha concluso il vescovo – comporta sempre tre momenti: sentirci peccatori, toccare con mano, con stupore e con meraviglia, che Egli è misericordia e che perdona la nostra colpa e poi ascoltare quella voce che con fiducia ci manda in mezzo ai fratelli, ad annunciare la bellezza della sua salvezza».
Prima della benedizione finale, Costantina Marzano, presidente del CAV di Voghera, a nome di tutti i volontari diocesani impegnati nella difesa della vita nascente, ha rivolto un pensiero di ringraziamento al pastore diocesano, ricordando come tutti i membri dei CAV, in questa giornata hanno voluto «ringraziare Dio per l’unicità del dono della vita e per la sua puntuale Provvidenza che, come sempre, incoraggia e sorregge i nostri piccoli sforzi nell’aiuto alle famiglie in difficoltà che si rivolgono a noi».
Ha anche ricordato il valore della primula scelta come «simbolo della vita nascente che, grazie alla bontà di Dio, sboccia sempre, nonostante gli inverni della storia umana». Mons. Marini ha apprezzato molto il pensiero della presidente e ha, a sua volta, espresso gratitudine per tutti coloro che ogni giorno si impegnano nei CAV diocesani per aiutare le mamme e le famiglie in difficoltà e con la loro preziosa opera difendono la vita in tutte le sue forme.
Sul sagrato del Duomo, al termine della Messa, è stato possibile acquistare delle bellissime primule colorate per sostenere l’indispensabile attività dei CAV.
Daniela Catalano