Guerra in Ucraina: continua la preghiera del vescovo

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Il Papa ritorna a invocare la pace mentre la Diocesi si mobilita, con la Caritas, per organizzare gli aiuti

di Daniela Catalano

Da giovedì 24 febbraio quando la Russia ha dato il via all’invasione dell’Ucraina, il mondo sta vivendo con il fiato sospeso.

In questo scenario la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana si è subito attivata con Caritas Italiana per avere aggiornamenti costanti circa la situazione emergenziale. Ai vescovi sono state riferite le testimonianze dei responsabili di Caritas Ucraina (Chiesa greco-cattolica) e Caritas Spes (Chiesa latina) che hanno chiesto ai cristiani italiani solidarietà, preghiere e sostegno «per avere la possibilità di rispondere alla crisi umanitaria e assistere le persone colpite dalla guerra».

La Presidenza della CEI si è unita all’appello del Santo Padre affinché si depongano subito le armi e si promuova ogni azione a favore della pace. Allo stesso tempo ha chiesto a tutte Chiese che sono in Italia di unirsi in una corale preghiera per la pace e di sostenere la raccolta fondi, avviata da Caritas Italiana, per far fronte ai bisogni immediati delle popolazioni vittime del conflitto. «In questa fase – hanno ribadito i vescovi – è importante non disperdere le azioni ma seguire le indicazioni che Caritas Italiana fornisce in base all’evoluzione della situazione».

Caritas Italiana è in costante collegamento con le Caritas in Ucraina, in coordinamento con Caritas Europa e Caritas Internationalis e resta accanto alla popolazione, confermandosi una presenza instancabile nell’emergenza, soprattutto per garantire il funzionamento dei corridoi umanitari che fino ad ora hanno portato in salvo oltre un milione e mazzo di profughi ucraini oltre confine. Un esodo che le Nazioni Unite hanno definito il più veloce in Europa da dopo la seconda guerra mondiale.

Gli operatori della Chiesa greco-cattolica ucraina, a rischio della propria vita, organizzano e prendono parte ai trasferimenti di migliaia di madri con bambini, dalle zone di conflitto alle regioni occidentali dell’Ucraina che confinano con i Paesi dell’Unione Europea.

In questa fase la Diocesi di Tortona, soprattutto attraverso l’ufficio pastorale Caritas, è in stretto contatto con Caritas Italiana. Le modalità per aiutare le trovate in questa pagina.

Veglia di preghiera

Il Vescovo, Mons. Guido Marini, lunedì 28 febbraio ha promosso il primo momento di preghiera per la pace in Ucraina che si è svolto alla presenza di molti fedeli nel santuario della Madonna Guardia di Tortona e si è unito all’invito del Papa per una giornata di digiuno e raccoglimento il 2 marzo, giorno delle Ceneri.

Ha poi chiesto a tutte le comunità parrocchiali diocesane di pregare per la pace anche durante le Celebrazioni Eucaristiche dei sabati e delle domeniche di Quaresima, attraverso un’intenzione di preghiera speciale da aggiungere alla Preghiera Universale, che è riportata nel box.

Tutta la Diocesi poi è invitata a unirsi spiritualmente all’Adorazione Eucaristica che si terrà sabato 12 marzo, dalle ore 21 alle 22, in cattedrale, animata dalle comunità del Vicariato di Tortona, per invocare dal Signore la fine di un conflitto che sta sconvolgendo l’umanità.

Orionini

In Ucraina da anni sono presenti anche i sacerdoti e le suore dell’Opera Don Orione e in questi giorni molti sono stati i contatti con don Moreno Cattelan che da Kiev è fuggito a Leopoli mettendo in salvo la comunità orionina della città. Leopoli oggi è una “città rifugio” dove ci sono ovunque accampamenti di profughi nei grandi spazi, dallo stadio alle palestre, alle caserme, e assembramenti di famiglie alla stazione ferroviaria. In quello che è il principale snodo tra le città bombardate e la frontiera, gli orionini si stanno impegnando per fare tutto il possibile attraverso preghiera e azione, certi che «solo la carità salverà il mondo» come diceva il fondatore.

Anche gli orionini della Diocesi si sono attivati e nei giorni scorsi sono arrivati in città circa 50 profughi ucraini, tra cui alcuni bambini, ragazzi non vedenti con i loro accompagnatori e disabili mentali, tutti molto provati e spaventati. Attualmente sono ospiti al Centro “Mater Dei” e al Paterno.

I piccoli sono stati accolti nella scuola materna “Sacro Cuore” e aiutati a trovare un po’ di spensieratezza. Nel frattempo è proseguita la raccolta di cibo, generi di prima necessità e giocattoli.

La mensa dei poveri “Carlo Boggio Sola” della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona ha anche messo a disposizione i pasti.

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