La Lectio Divina è la scala per salire al cielo

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In cattedrale il 9 marzo la prima riflessione quaresimale

TORTONA – Mercoledì 9 marzo, in cattedrale, il vescovo ha tenuto la prima Lectio Divina al termine della S. Messa delle ore 18. La Lectio accompagnerà il cammino quaresimale e si terrà ogni mercoledì fino alla Pasqua. Mons. Marini prima di esaminare il testo del vangelo di Luca della prima domenica di Quaresima (Lc 4,1-13), oggetto della Lectio, ha spiegato le origini di questo modo di leggere la Scrittura che risalgono al secolo XI circa, quando il monaco benedettino Guido individuò 4 tappe o gradini capaci di aiutare a salire dalla terra al cielo.

I 4 gradini rimandano all’immagine biblica della scala di Giacobbe. «La lectio – ha detto il vescovo – è un po’ come questa scala attraverso la quale entrano in comunicazione la terra dell’uomo e il cielo di Dio. Il cielo scende nel cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo sale verso il cielo di Dio. La Lectio è esattamente questo cammino che avviene in virtù dell’ascolto e della riflessione della Parola e del rapporto che essa ha con la vita di ogni giorno». I gradini sono: la lettura (lectio), la meditazione (meditatio), la preghiera (oratio) e la contemplazione (contemplatio). Il testo sacro, dunque, per prima cosa va letto con attenzione e ascoltato per capirlo, poi occorre «scendere in profondità per entrare nel dettaglio e dunque intenderlo con maggiore attenzione. – ha spiegato il prelato – Ciò che abbiamo ascoltato con le orecchie viene appreso dalla nostra intelligenza e dal nostro cuore». Il terzo gradino è la preghiera: quanto è stato meditato è trasformato in preghiera cioè nella risposta a ciò che il Signore ha comunicato. Infine la contemplazione, cioè il momento nel quale la Parola ascoltata, meditata, pregata, entra in relazione con la vita quotidiana. Dopo aver illustrato accuratamente il significato della Lectio, il vescovo l’ha applicata al brano di vangelo di San Luca, nel quale sono presentate le tre tentazioni subite da Gesù nei 40 giorni nel deserto, così come Lui stesso le aveva raccontate ai suoi. Il brano richiama all’attenzione il capitolo 3 della Genesi, dove Gesù appare come il nuovo Adamo. «Tra la tentazione antica e quella nuova – ha detto Marini – ritroviamo la stessa triplice tentazione che ha dovuto affrontare Adamo. Nel racconto delle tentazioni noi entriamo in rapporto con un cammino di salvezza che Gesù vive non solo per se ma con noi e per noi». Nella prime due tentazioni risuona la voce del maligno che vuole allontanare il Figlio del Padre, prima mettendo in dubbio la figliolanza di Gesù con Dio e poi esortandolo a non adorare Dio ma i beni terreni che illudono di ottenere la vera felicità. Nella terza il diavolo porta Gesù a Gerusalemme, perché proprio lì, lui ritornerà per la tentazione finale. Mettendo la Parola in relazione con la vita è evidente che l’umanità «è segnata dal peccato e la sequela del Signore è un combattimento fino all’ultimo dei nostri giorni, affinché Dio prevalga sul nemico, il bene sul male, la verità prevalga sulla menzogna e l’amore sull’egoismo. Il combattimento è un dato nel nostro cammino di fede». Mons. Marini ha esortato i fedeli presenti e tutti coloro che erano collegati in streaming su Radio PNR e sui media diocesani, a non entrare mai in dialogo con la tentazione. Ad essa «si dice sempre semplicemente no! Si chiude la porta. Perché è sempre un inganno, una voce infida, che brilla e poi ci lascia nell’oscurità, che ci fa vedere orizzonti bellissimi di felicità e poi ci lascia stramazzati, per terra e soli».

Dopo aver salito i primi tre gradini della lettura e dell’ascolto, della meditazione e dell’approfondimento, il terzo della contemplazione con la vita, il vescovo ha terminato il percorso trasformando in preghiera quanto ascoltato nella Parola. Per farlo è stato letto il Salmo 25 e poi recitato il Padre Nostro.

La benedizione finale e il canto dell’Ave regina coelorum hanno concluso la riflessione.

Il secondo appuntamento si è svolto ieri, mercoledì 16 marzo, e ha visto la partecipazione di numerose persone.

Daniela Catalano

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