Se gli scrittori sono padre e figlia

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È uscito con La Stampa il noir di Lucio e Giada Figini, una storia ambientata in una Torino misteriosa

«Un romanzo inusuale, scritto a quattro mani con mia figlia. L’ispirazione è stata sua: due voci narranti che si affiancano per poi intersecarsi in una sola avventura quella di un padre e una figlia in una Torino quanto mai misteriosa, tra strade e sotterranei»: Lucio Figini, scrittore vogherese, presenta così il suo ultimo libro, scritto con la figlia liceale Giada, Il dono di Maia (Edizioni del Capricorno) in allegato da ieri, 30 marzo, al quotidiano La Stampa nelle edicole del Piemonte, nella collana Piemonte in Noir, e in libreria da oggi.

Ulisse (il padre) e Maia (la figlia) da due anni si sono trasferiti a Torino da Sestri Levante. Lui è un educatore psichiatrico, lei una liceale inquieta la cui migliore amica, Samira, viene trovata morta in una via periferica. Maia non si dà pace e fugge di casa per scoprire che cosa sia successo a Samira, e Ulisse si mette alla ricerca della figlia. Finiranno in un giro di malavita che bazzica i bassifondi e gli infernotti, tra misteriose gallerie, ghiacciaie e cantine che sembrano catacombe. Intanto, in città gira voce di misteriose sparizioni tra i senzatetto. Ma che c’entra la morte di Samira con tutto questo? La storia di una fuga tra i misteri di una città che nasconde troppi non detti. Perché Torino è ben più di una città: è un luogo della mente, un groviglio di tradizione, modernità e ataviche superstizioni. Ecco l’incalzante “seguito-non seguito” di L’educazione può uccidere. Un romanzo innovativo, con due centri prospettici: quello del padre e quello di Maia, la sconvolgente voce in prima persona di un’adolescente costretta a confrontarsi con le ombre della vita.

«Per chi ama le etichette si tratta di un noir – raccontano Lucio e Giada Figini – ma in realtà è una contaminazione di generi dove il giallo, il noir, l’azione e l’amore fanno da protagonisti. Un passo oltre il credibile si nasconde il vero: Ulisse e Maia prendono vita, con le loro personali follie, passioni, paure. Lui che guarda il mondo con occhi disillusi, lei invece con uno sguardo meravigliato e unico».

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