Donazioni di sangue in tempo di Covid

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Assemblea dell’Avis provinciale di Alessandria

ARQUATA SCRIVIA – Erano 24 su 33 le sezioni comunali che han- no partecipato all’assemblea annuale dell’Avis provinciale di Alessandria, alla presenza del presidente regionale Luca Vannelli e di Giulio Dulio, responsabile dei bilanci e della rete sociale Avis nazionale.

È stato il teatro della Juta ad accogliere una sessantina di persone – tra presidenti di sezione e delegati – che hanno fatto il punto sull’anno trascorso e sulle sfide future che attendono i donatori di sangue.

«Abbiamo raccolto 15.114 unità di sangue nel 2021 – ha spiegato Franco Arzani, vice presidente vicario dell’Avis Provinciale – con 481 sacche in più rispetto al 2020.

Come soci, invece, abbiamo registrato un calo di 525 persone, perché abbiamo messo in atto il re-golamento secondo cui sono stati rimossi dagli elenchi quanti non donavano da almeno 2 anni: in totale, quindi, al 31 dicembre scorso, l’Avis provinciale di Alessandria conta 10.264 iscritti».

Franco Arzani ha sollevato anche la problematica della mancanza di medici che seguano l’iter dei prelievi e che si occupino dell’anamnesi di ogni singolo donatore pri- ma che questo possa farsi prelevare il sangue. «Se è vero che da quando è scoppiata la pandemia, ci siamo organizzati “a chiamata”, su appuntamento insomma e siamo riusciti a ottimizzare tempi e disponibilità e manterremo questa abitudine anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria, – prosegue Arzani – è altrettanto critica la carenza di medici.

Il Piemonte contribuisce a inviare circa 20.000 sacche all’anno alla Sardegna, in soccorso a chi soffre di anemia mediterranea e un altro “extra” di sacche va al Lazio, dove vengono raccolte meno unità.

Senza medici abilitati dal centro trasfusionale, rischiamo di non riuscire ad inviare il sangue donato fuori dalla nostra regione».

Sulla questione è intervenuto, a-prendo uno spiraglio di ottimismo, il presidente regionale Avis Luca Vannelli: «Il Senato ha di recente approvato l’emendamento all’articolo 20 bis del “decreto legge sostegni ter”, che dovrebbe passare alla Camera e permettere ai medici specializzandi (ai quali, a oggi, è vietato di prender parte al servizio delle giornate di donazione Avis) di potersi abilitare e per prestare la loro opera in questo comparto».

Alessandra Dellacà

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