Armida Barelli: la misura alta della vita

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In vista della beatificazione, sono usciti due libri scritti da Ernesto Preziosi, vicepostulatore nel processo canonico. A lui abbiamo chiesto di farci conoscere la cofondatrice dell’Università “Cattolica”

Il prossimo 30 aprile, nel duomo di Milano, sarà beatificata Armida Barelli, fondatrice della Gioventù femminile di Azione Cattolica e cofondatrice dell’Università “Cattolica”. Con lei salirà sugli altari anche don Mario Ciceri, sacerdote ambrosiano, educatore dei giovani in A.C. e in oratorio.

In vista di questa storica data venerdì scorso sono usciti in libreria due nuovi volumi di Ernesto Preziosi, vicepostulatore della causa di beatificazione della Barelli: La zingara del buon Dio. Armida Barelli, storia di una donna che ha cambiato un’epoca (Edizioni San Paolo), con una lunga prefazione di Papa Francesco e Cara Sorella maggiore… La nascita della Gioventù femminile. Lettere ad Armida Barelli dalle diocesi italiane (1918-1921) pubblicato da Vita e Pensiero.

Preziosi, docente universitario, ha diretto per quasi trent’anni le pubbliche relazioni dell’Istituto “Giuseppe Toniolo” di Studi superiori, ente fondatore della stessa Università “Cattolica” ed è attivo nel campo della formazione sociale e politica, relatore di numerose scuole diocesane e autore di saggi di dottrina sociale cristiana.

A lui abbiamo rivolto alcune domande.

Lei ha seguito le varie fasi del processo canonico come vice postulatore della causa di beatificazione di Armida Barelli. Che cosa ha significato avvicinarsi a questa figura?

«Armida Barelli è senz’altro una figura di prima grandezza del ’900. Il suo è il profilo di una donna esemplare che ha vissuto da protagonista il suo tempo e che, cercando la sua vocazione e vivendola con grande passione, ha tracciato la strada per altre migliaia di donne desiderose di vivere una più intensa comunione con il Signore, rimanendo nel mondo. Il suo contributo è in gran parte ancora da studiare».

La nuova beata come ha contributo alla maturazione del laicato cristiano?

«Ha favorito, rivolgendosi in maniera particolare al mondo femminile, un metodo efficace di formazione in grado di aprire una strada di inedito protagonismo nella Chiesa e, con la Chiesa, nella società. Vi sono tante testimonianze della novità e del cambiamento prodotto con la sua azione facendo superare pregiudizi e stereotipi. Nella prima metà del secolo scorso esperienze laicali come quelle da lei sostenute nella Gioventù femminile di A.C., hanno favorito la riflessione teologica e i pronunciamenti magisteriali sul laicato. Donna del suo tempo ha saputo leggere la storia e, come ha scritto Papa Francesco, “nella propria umanità, con l’intelligenza e i doni che Dio le ha donato ha saputo testimoniare l’amore di Dio” nella quotidianità. Con la sua esperienza ha segnato un passaggio decisivo nella visione del laicato sperimentando come, proprio la condizione laicale, anziché un ostacolo, sia la via per giungere alla santità. In questo senso la sua scelta anticipa quella visione della “universale chiamata” presentata dal Concilio Vaticano II».

Può darci qualche anticipazione sulla sua biografia uscita per le edizioni San Paolo con la prefazione di Papa Francesco?

«Il volume vuole essere un’occasione per approfondire la figura della Barelli. Per la ricostruzione della vita si è attinto, oltre che alla fondamentale biografia di Maria Sticco, anche alle testimonianze raccolte per il processo canonico. Ci si propone inoltre di leggerla nel contesto della storia della Chiesa e del Paese; anche per rimediare a una dimenticanza storiografica da cui non è immune persino la storia del Movimento cattolico. Infine il volume presenta le quattro principali “Opere” alla cui fondazione ha partecipato e che ha animato nel corso dell’intera vita: l’Azione Cattolica e in particolare la Gioventù Femminile, l’Istituto secolare delle Missionarie della Regalità, l’Università “Cattolica del Sacro Cuore” e l’Opera della Regalità. Al centro di esse c’è la scelta della Barelli di dedicarsi pienamente all’apostolato. Una scelta che matura nella sua ricerca vocazionale e che condivide con migliaia di donne attraverso l’A.C.: come ha scritto Papa Francesco nella prefazione, questo comporta condividere l’esperienza dei discepoli che “partirono” prontamente e “predicarono dappertutto”. Così facendo ha aperto nuove prospettive nel campo della responsabilità del laico nell’Evangelizzazione favorendo così anche l’emancipazione femminile nel contesto ecclesiale e in quello civile. Le diverse opere hanno quindi una relazione con questa scelta di fondo, nel contempo hanno una relazione anche molto concreta tra loro, di sostegno reciproco, di sinergia, tra associazionismo di base, formazione spirituale e formazione culturale».

Oggi cosa può dire Armida Barelli ai giovani universitari?

«Ai giovani indica la “misura alta della vita di tutti i giorni”, un impegno radicale vissuto nell’umiltà e nella fraternità. Il primato dato all’evangelizzazione porta a considerare anche lo studio come cardine: far divenire l’elaborazione alta del pensiero patrimonio comune, cultura popolare. D’altra parte, come ha ribadito Papa Francesco, “è il tempo delle scelte forti, decisive, eterne. Scelte banali portano a una vita banale, scelte grandi rendono grande la vita”».

Daniela Catalano

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