Nove chilometri uniti in preghiera
Cammino di pace da Casella al santuario di Valbrevenna
CASELLA – «Chiedo a tutte le comunità diocesane e religiose di aumentare i momenti di preghiera per la pace. Dio è solo Dio della pace, non è Dio della guerra, e chi appoggia la violenza ne profana il nome». Rispondendo a questo appello di papa Francesco, don Stefano Calissano ha incoraggiato il pellegrinaggio penitenziale al Santuario della Madonna dell’acqua in Valbrevenna. Per rispondere alla guerra che oggi colpisce l’Europa e a tutti i conflitti che in questo momento hanno meno eco sui media, ma che lasciano un segno profondo su tante persone.
Non una manifestazione per la pace, ma un pellegrinaggio penitenziale, consapevoli che la preghiera – la preghiera di comunità – è l’arma più efficace dei cristiani per controbattere alle violenze, alle sofferenze, all’inutilità della guerra. Sabato 2 aprile, alle ore 14.30, ha avuto inizio dal piazzale antistante la chiesa di Casella la processione. All’appuntamento si so- no presentate una cinquantina di persone appartenenti non solo alle comunità di Casella, Sarissola, Semino e Nenno, ma anche a quelle di Crocefieschi, Savignone e Valbrevenna. Erano presenti alcuni sindaci e assessori di questo zona del Genovesato. E lungo i nove chilometri di tragitto, attraverso case e lunghi tratti disabitati della Valbrevenna, al passaggio del crocifisso che apriva la fila ordinata di uomini e donne recitanti il Rosario, si sono uniti tanti altri.
Il cammino penitenziale in preghiera ha voluto essere una partecipazione alla grande sofferenza di bambini, donne e anziani ucraini che scappano dalla guerra, al freddo, per raggiungere una frontiera e, volutamente, si è svolto anche con il freddo e la pioggia. All’arrivo, il percorso si è concluso con la celebrazione eucaristica al Santuario, raggiunto in auto dalle persone che avevano difficoltà a pie- di. Nella Messa, celebrata da don Stefano, si respirava il significato dell’attuale cammino sinodale: tutto il popolo di Dio che partecipa attivamente all’Eucaristia, con i canti e le letture curate dai fedeli delle varie comunità parrocchiali del vicariato. Una vera preghiera corale a Maria “Regina della pace” per invocare la pace nel mondo, che inizia nelle realtà locali.
Maria Ferrando