Don Marco Porri è tornato al Cielo

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Il parroco di Montebello della Battaglia morto in un incidente stradale a 58 anni. I funerali celebrati dal vescovo

MONTEBELLO DELLA BATTAGLIA – Sono stati celebrati lunedì 11 aprile alle 10.30 nella chiesa parrocchiale di Montebello della Battaglia i funerali del parroco don Marco Porri, scomparso all’età di 58 anni giovedì 7 aprile.

Il vescovo Mons. Guido Marini ha presieduto la celebrazione eucaristica. Accanto a lui il Vicario generale mons. Mario Bonati e numerosi confratelli.

Erano presenti il sindaco di Montebello della Battaglia Andrea Mariani, di Borgo Priolo Paolo Prè, di Broni, città natale di don Marco, Antonio Riviezzi. In chiesa anche una delegazione degli Alpini, il cui cappello don Marco in tante occasioni portava con orgoglio e fierezza.

C’era soprattutto tantissima gente, i suoi parrocchiani di Montebello, Cappelletta di Borgo Priolo, Staghiglione e Genestrello, c’erano gli amici, chi nei dodici anni di ministero sacerdotale aveva incontrato ed ascoltato.

Don Porri infatti aveva ricevuto l’ordinazione presbiterale il 20 dicembre 2009 dal vescovo Mons. Martino Canessa. Nei primi anni di sacerdozio era stato aiuto pastorale in alcune parrocchie della diocesi e nel 2012 aveva assunto la titolarità delle parrocchie di Cappelletta e di Staghiglione, alle quali nel 2016 si erano aggiunte quelle di Montebello e Genestrello.

Dopo la proclamazione del Vangelo, il vescovo ha rivolto ai presenti la sua parola. Ha ricordato di aver sentito don Marco due ore prima della sua morte per avere notizie circa la salute della mamma, ha sottolineato come in molti – sacerdoti e amici – gli siano stati vicini in un periodo difficile e come tutto questo debba essere motivo di conforto. Tuttavia la notizia della morte di don Marco «ci rende attoniti, addolorati», colpiti da «una fitta al cuore».

«Dice il Vangelo – le parole del Vescovo Guido – a proposito della morte di Gesù che si fece buio su tutta la terra. Certo in quell’ora, in quel pomeriggio in cui don Marco ci ha lasciati si è fatto buio, si è fatto buio nel cuore di tutti noi, perché l’incontro con la morte è sempre un’esperienza di buio e oscurità. Abbiamo pensato per un momento: non c’è più, non è più tra noi, non possiamo più vedere il suo volto, apprezzare il suo sorriso, gustare la sua bontà, averlo sacerdote zelante nella nostra comunità e nella nostra diocesi».

Però – ha continuato il Vescovo – «abbiamo anche ascoltato nel Vangelo che Gesù emise l’ultimo respiro, spirò, ma non una volta per sempre, perché quell’ultimo respiro era il preludio di un respiro eterno; la tomba dopo tre giorni sarebbe stata trovata vuota».

L’ultima parola non è quindi del buio, ma della luce. Per don Marco e per tutti noi. «Si è fatto buio – il pensiero carico di speranza del nostro Pastore – ma noi sappiamo che c’è il sole, c’è la luce e la vita. Questa bara un giorno sarà vuota perché Cristo è risorto, Cristo è la vita, Cristo è la luce, Cristo è il sole, Cristo è la salvezza del mondo e di tutti noi».

Dobbiamo esser sapienti – ci ha ricordato il Vescovo – e non stolti e a motivo della fede considerare la morte un’apparenza: la realtà è un’altra, la vita è per sempre, in Dio.

Quindi – ha concluso Marini – «siamo qui per portare all’altare il nostro dolore», ma anche per affermare che «l’oscurità è squarciata dalla luce di Dio» e dal «sole che è il Signore risorto». La disperazione deve lasciare il posto alla speranza perché «Gesù Cristo è vivo, Gesù Cristo è risorto, Gesù Cristo è con noi, è il nostro salvatore».

Anche i piccoli alunni della scuola primaria di Montebello hanno indirizzato al “loro don” un messaggio carico di affetto e gratitudine: «Sei stato il nostro caro don che ci ha sempre accolto con il sorriso, ci hai insegnato il valore e l’importanza di Gesù con gioia ed entusiasmo. Non ci dimenticheremo quando ci hai detto che il tiktoker migliore è Dio».

Don Marco ha lasciato la mamma Maria, la sorella Roberta con Luigi e Lorenzo, la cognata Antonella con il piccolo Emiliano.

Alla cara mamma e ai famigliari tutti le condoglianze e la preghiera del Direttore e della Redazione.

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