Un lunedì in musica

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Il Lunedì dell’Angelo appena trascorso sarà ricordato, oltre che per le tradizionali gite fuori porta, per le grigliate in compagnia e i picnic nella natura (ai quali abbiamo dovuto rinunciare negli ultimi due anni a causa delle restrizioni pandemiche), anche per due eventi musicali in apparenza molto diversi tra loro, ma ai quali è sotteso un comune messaggio di pace, seppur espresso in modalità differenti.

Prioritaria in ordine di tempo è stata l’esibizione dei Måneskin al festival californiano di Coachella: quando in Italia erano le prime ore del mattino, la band romana è salita sul palco e il frontman Damiano David ha infiammato con il consueto magnetismo la platea. L’ultima canzone della performance è stata We’re gonna dance on gasoline, il brano con cui i Måneskin hanno aderito a #StandUpForUkraine, la campagna in supporto all’Ucraina. Damiano ha citato Charlie Chaplin e il discorso tratto dal film Il grande dittatore, per concludere con un grido di pace dal linguaggio molto rock.

Poche ore dopo, un altro vincitore di Sanremo, Blanco, ha cantato in piazza San Pietro davanti a una folla oceanica: i circa 80 mila giovani giunti da tutta Italia per incontrare Papa Francesco. Di bianco vestito, accompagnato da un pianista, ha proposto la toccante Blu celeste: una canzone che parla di un lutto, la morte di un fratello, e di tutto il dolore senza risposta che permane dopo un evento simile. Questa esibizione ha sollevato qualche sporadica polemica, bloccata sul nascere da don Michele Falabretti, organizzatore dell’evento: «Blanco dà voce alle inquietudini e agli stati d’animo dei ragazzi: è un dono.» Le sue canzoni, insieme alle parole del Papa sulla pandemia e sulla guerra, hanno contribuito a regalare un po’ di spensieratezza e speranza ai tanti giovani accorsi a Roma, molti con le bandiere dell’Ucraina.

Ci siamo confrontate su questi due eventi nei quali la musica si è rivestita di invocazioni alla pace e ai quali abbiamo assistito in separata sede: «Hai visto Damiano al Coachella? Grandissimo! Non lo ferma più nessuno: è ormai una star internazionale e può permettersi di urlare quello che in molti pensiamo. E Blanco? Sai che ha solo un anno in più di me? Eppure sembrava un cantante navigato: è stato emozionante e devo dire che vestito è ancora più bello di quando si esibisce in abiti succinti.» «Verissimo! Due manifestazioni come non se ne vedevano da tempo! Io sono pur sempre una “ragazza” degli anni Ottanta, quindi propendo per il rock: è dall’epoca di Mick Jagger e David Bowie che non appariva un personaggio così provocatorio e con una voce così graffiante come Damiano, ma ho apprezzato moltissimo Blanco e il fatto che la CEI, che ha organizzato l’evento, abbia dato lungimirante prova di apertura e comprensione del linguaggio giovanile.»

silviamalaspina@libero.it

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