Lorenza e la Madonna
di Maria Pia e Gianni Mussini
La nostra terzogenita, Lorenza, è sempre stata piuttosto originale. Sin da piccola, per esempio, ha posto domande “teologiche”, anche imbarazzanti. A tre anni, appena dopo la consacrazione durante una Messa, ci chiese a bruciapelo e un po’ scandalizzata: «Vero che i corpi non si mangiano?»…
Quando poi faceva la prima elementare, durante la funzione del mese di maggio il parroco aveva invitato i bambini a rivolgersi tutte le sere alla Madonna di Caravaggio (patrona della nostra parrocchia) con una preghiera. E lei la stessa sera, prima di dormire, aveva chiesto: «Ma le Madonne non sono tutte uguali?» (i diversi titoli attribuiti alla Vergine le sembravano evidentemente minacciare la sua unicità…).
Invece noi genitori, che non ci siamo mai fatti di questi problemi, amiamo la devozione alle diverse Madonne… come per esempio alla Signora di Fatima, che qualche anno fa abbiamo visitato in pellegrinaggio e di cui è ricorsa in questi giorni la memoria liturgica. Oltre che per la bellissima vicenda dei tre pastorelli, ci è cara anche per il legame che con Lei si è instaurato in seguito all’attentato al santo Papa Giovanni Paolo II. La pallottola che ha colpito il Pontefice, senza lederne miracolosamente gli organi vitali, è ora incastonata nella corona della Vergine. La cui devozione si sposa magnificamente con il gesto del perdono concesso dalla vittima all’attentatore.
Lo ricordiamo bene, quel 13 maggio del 1981, quando tutti parevamo attoniti davanti alle immagini drammatiche degli spari e della corsa in ospedale, che continuavano a scorrere sugli schermi. Noi eravamo in attesa della nostra primogenita, ed era il periodo “caldo” della battaglia referendaria sull’aborto, che stavamo vivendo in prima persona. L’attentato al Papa parlava a noi, come a tutti, di qualche oscura minaccia davanti alla quale, tuttavia, il bene avrebbe continuato a prevalere.
Un altro evento memorabile si lega a quelle circostanze, ed è la partecipazione di Madre Teresa di Calcutta al grande movimento a favore della vita nascente, che l’ha sempre vista protagonista. Fino al suo sigillo più commovente: la presenza della futura santa alla veglia di preghiera per la salvezza del Papa che si svolse a Firenze, dove era lei era arrivata per concludere la campagna referendaria.
Anche noi avevamo partecipato, a Pavia, a una delle mille veglie che si erano svolte quella sera dappertutto. E la Madonna di Fatima non si è tirata indietro.
È vero che il referendum non andò bene, ma è ancor più vero che, da allora, si sono fatti passi giganteschi nella direzione di un’accoglienza alla vita fondata sulla “libertà di non abortire” e nella logica di un nuovo femminismo in cui la maternità sia pienamente valorizzata. Un auspicio che dall’insegnamento di Giovanni Paolo II, poi ribadito da Benedetto XVI, è stato più volte corroborato da Papa Francesco.
E Lorenza? Affidiamo i suoi dubbi alla sapienza misericordiosa della Vergine.
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