«Stasera torno tardi»

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di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti

Siamo giunte al termine di un altro anno scolastico, finalmente trascorso nella quasi totale normalità: archiviata, ci auguriamo per sempre, l’alienante didattica a distanza, questi mesi sono stati vissuti sì con impegno, ma soprattutto con vivacità ed entusiasmo nel potersi ritrovare, tutti insieme, senza lottizzazioni, nella medesima aula.

Come da tradizione, le settimane immediatamente precedenti alla campanella del “Big Bang ha detto stop” sono state convulse e contraddistinte da ansia, strategici work planning, brevi intervalli di assoluta decompressione, nonché previsioni apocalittiche che hanno richiesto diplomatico savoir-faire al fine di evitare improvvise deflagrazioni. Bisogna riconoscere che, per una fatale concatenazione di motivi organizzativi, le verifiche e le interrogazioni si sono susseguite a ritmo serrato fin quasi all’ultimo giorno di lezione: «Non è possibile, ho ancora tre verifiche e una interrogazione! Sono stanca, non ce la faccio più: è stato un anno molto pesante: avendo avuto gli ultimi due anni condizionati dal Covid, sembrava che fossimo a uno di quei corsi “tre anni in uno”: non abbiamo mollato un attimo, adesso vogliamo solo andare in vacanza!» «Non si tratta di condensazioni anomale in un unico anno scolastico, è che non eravate più abituati a frequentare regolarmente e ad orario pieno: i giorni in presenza erano alterni; quando eri in DAD, sii sincera, all’ultima ora prestavi un’attenzione relativa e se i professori interrogavano i compagni in classe, tu a casa ti portavi avanti con i compiti, quindi i ritmi erano giocoforza più rilassati, è normale che questi mesi ti siano sembrati particolarmente gravosi.» «Vogliamo parlare delle medie dei voti? Ci sarà l’arrotondamento? Tipo: in Fisica mi avanza più di mezzo voto: secondo te la prof. me lo dirotterà su Matematica, dove invece mi manca uno 0,25 per avere una buona media?» «Ma che discorsi sono? Non siamo in un suq arabo a contrattare sui prezzi dei tappeti!» «Sì sì, conosco già la tiritera: non bisogna studiare per il voto, l’importante è essersi applicati con costanza e via dicendo: a me, però, piace avere buoni voti: mi sono fatta un mazzo tanto e adesso voglio vedere i risultati!»

Si arriva così al penultimo giorno di lezione, quando, chiusi i giochi e riposte le armi, ci si può dedicare alle amenità: «Questa sera sul Castello ci sarà la mega festa di quelli di quinta: naturalmente io vado! Purtroppo è stata vietata la sfilata davanti alla scuola, ma siamo fiduciosi che noi il prossimo anno riusciremo a farla e abbiamo già un sacco di idee, così come anche per la “festa dei 100 giorni” che cadrà circa a metà marzo. Se la variante Omicron non giocherà brutti scherzi, il mio ultimo anno di liceo sarà bellissimo! Nel frattempo mi voglio godere questi festeggiamenti, quindi non aspettarmi sveglia: stasera torno tardi!»

silviamalaspina@libero.it

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