Un viaggio di nozze in una Chiesa per giovani – On the road
Carlo Zeme e Melina Zerbo un anno fa sono partiti da Tortona, zaino in spalla, e hanno visitato le Pastorali giovanili italiane. Oggi raccontano la loro esperienza in un podcast
di Marco Rezzani
La Chiesa è una Chiesa per giovani? Carlo Zeme e Melina Zerbo, entrambi ventottenni ed impegnati nelle attività di Pastorale giovanile della nostra diocesi, si sono sposati il 22 maggio 2021. Ma questa domanda se l’erano posta già da fidanzati. La risposta arriva nel 2020 quando decidono di formare una nuova famiglia nel Matrimonio e di compiere un viaggio di nozze “alternativo”. Carlo e Melina scrivono così a tutte le Pastorali Giovanili d’Italia, da Nord a Sud: «A novembre 2020 abbiamo inviato circa duecento mail in cui spiegavamo il nostro desiderio di incontrare i giovani delle diocesi italiane, di dialogare con loro, condividere esperienze e di trovare insieme la risposta alla nostra domanda se la Chiesa è una Chiesa per giovani o meno. Un interrogativo preso a prestito da un libro di Alberto Galimberti che avevamo conosciuto nell’ottobre 2018 durante i lavori del Sinodo dei giovani della diocesi di Tortona. Nella mail chiedevamo anche ospitalità e sottolineavamo che ci avrebbe fatto piacere confrontarci con altri ragazzi e ragazze impegnati a fianco delle nuove generazioni. Le risposte sono state dieci». Sufficienti per dare inizio all’avventura lungo lo Stivale.
Ed ora, a un anno circa dal loro viaggio, Carlo e Melina hanno scelto di non tenere per sé emozioni e riflessioni e ogni martedì raccontano le dieci tappe della loro luna di miele nel podcast Una Chiesa per giovani – On the road sulla piattaforma Spotify oppure sul sito www.spreaker.com.
«Lo abbiamo fatto – spiega Carlo Zeme – perché ci sembrava giusto innanzitutto ringraziare quanti abbiamo incontrato per la straordinaria ospitalità dimostrataci. E poi per restituire in un certo senso il dono che abbiamo ricevuto e raccontare ad altri giovani il senso di quanto avevamo vissuto».
Un viaggio di nozze in una Chiesa per giovani
Crema, Cremona, Vicenza, Padova, Cesena, Gaeta, Scalea, Trivento, Brindisi, le diocesi “toccate” dalla famiglia Zeme che ha utilizzato il treno come mezzo di trasporto.
«Siamo partiti il 21 giugno dello scorso anno – raccontano Carlo e Melina – da Tortona. La prima tappa è stata Cremona dove, guidati da Paola Romagnoli, compiamo una visita al centro di Pastorale giovanile diocesano. Da Cremona raggiungiamo Crema: ad attenderci il delegato di Pastorale giovanile Luca Berti Foppa. Con lui e con la sua equipe trascorriamo la serata e conosciamo il Vescovo Mons. Daniele Gianotti. Passiamo la notte in una struttura della diocesi e la mattina seguente, dopo una breve sosta al santuario della Madonna di Caravaggio, da Treviglio ci avviamo verso Vicenza. Visitiamo il museo diocesano, il teatro olimpico e altre bellezze della città accompagnati da Laura Pigato della Pastorale giovanile vicentina. Conosciamo l’esperienza del “Cantiere”, una realtà attiva in diocesi che si realizza nella “vita insieme” di ragazzi e ragazze (da un minimo di 3 a un massimo di 6, di età compresa tra i 20 e i 35 anni) che per un anno vivono in modo comunitario e di discernimento, mantenendo però le loro occupazioni quotidiane di studio o lavoro. Ceniamo con loro. Conserviamo il ricordo di un’opportunità molto bella perché abbiamo potuto toccare con mano una vicenda assolutamente nuova, soprattutto per la lunghezza della sua durata».
I due sposi raggiungono quindi Padova e poi Treviso dove, insieme a don Paolo Slompo, dialogano con alcuni sacerdoti diocesani impegnati nel loro ministero con la gioventù.
Da Treviso e dopo un passaggio “turistico” a Venezia, si va a Cesena: «Arriviamo in questa bella città il 24 giugno, nel giorno della festa patronale dedicata a san Giovanni Battista. Troviamo una città gioiosa e viva. Qui don Marcello Palazzi ci racconta lo stato dei lavori in tema di giovani e ci accompagna alla scoperta di Cesena. Partecipiamo alla Messa nella cattedrale di san Giovanni Battista».
«Dopo Cesena – proseguono Carlo e Melina – passiamo ad Assisi e a Roma e poi giungiamo a Gaeta dove siamo ospitati nel centro della Caritas. Grazie a don Francesco Contestabile ci si presenta una Chiesa letteralmente in costruzione. Don Francesco, infatti, sta lavorando all’edificazione di una comunità in una zona periferica della città. Attraverso la forza, la passione e soprattutto la fede di questo sacerdote capiamo una volta di più quanto importante sia il ruolo della Chiesa anche da un punto di vita sociale. La chiesa edificio è attualmente ospitata in una tensostruttura e don Francesco ce lo dice chiaramente: io non ho un ufficio, qui non esiste un ufficio di Pastorale giovanile, ma un servizio di Pastorale giovanile».
Verso sud
C’è tempo per un passaggio a Napoli, quindi l’approdo a Scalea e in particolare a santa Domenica Talao: «Il caso – spiega Carlo – ha voluto che arrivassimo a Santa Domenica Talao, gemellata con Castelnuovo Scrivia, il mio paese. Qui ci confrontiamo con una Chiesa molto giovane, appassionata, con tanti ragazzi e ragazze che hanno scelto di non mollare la propria terra, di rimanere, di studiare e costruire il loro futuro lì. Ragazzi che vogliono essere protagonisti anche del domani della loro Chiesa. Approdiamo successivamente in Molise, a Civitanova del Sannio. Insieme a don Pietro Paolo Monaco lavorano diversi giovani. Vediamo una realtà abbastanza isolata, ma in cui la Chiesa con i suoi giovani è il centro della vita della città a 360 gradi. Infine l’ultima tappa con l’arrivo a Brindisi nella parrocchia di San Pietro Vernotico dove viviamo un’esperienza di oratorio grazie a don Alessandro Mele e ai suoi ragazzi. Con loro, tra l’altro, guardiamo la partita dei quarti di finale della Nazionale agli europei di calcio».
Il ritorno a casa
Carlo e Melina sabato 3 luglio partono per il rientro a Tortona.
Il viaggio è finito, ha attraversato la penisola, ha messo in luce quanto anche la Chiesa – forte del suo radicamento in Gesù Cristo – sappia adeguarsi alle diverse realtà territoriali del nostro Paese, così bello e così vario da una regione all’altra, anche da una Chiesa all’altra.
Rimane quella domanda iniziale che un anno dopo ripropongo a Carlo e Melina: avete incontrato una Chiesa per giovani?
«Con questa domanda ci siamo presentati – le loro parole – e la risposta non è matematica, non c’è un “sì” o un “no” assoluti. C’è tuttavia in noi la consapevolezza che i giovani nella Chiesa ci sono eccome, parlano tutti la stessa lingua, quella del servizio, dell’ascolto della Parola, della condivisione. Abbiamo trovato una Chiesa accogliente, che ci ha spalancato le porte dandoci fiducia. E soprattutto tanta speranza e tanto entusiasmo per la nostra vita di famiglia. Speriamo che i podcast possano essere di stimolo per un cammino da compiere nelle realtà locali. Senza dimenticare un altro aspetto che ci rende felici: a un anno di distanza è stato molto bello risentire le persone che abbiamo incontrato e avvertire la stessa freschezza nel sapere di aver condiviso qualcosa di significativo: l’appartenenza a Gesù e alla sua Chiesa».