Con tanti saluti
di Patrizia Ferrando
L’estate che si avvicina al suo naturale termine, l’estate del 2022, verrà senza dubbio ricordata per le giornate molto calde, per la siccità, per cronache spesso difficili da recepire; ma resterà nella memoria anche come stagione in cui il virus pandemico che per più di due anni ha stravolto le nostre vite, pur senza scomparire, è andato incutendo minor timore, lasciando spazio al ritorno di “vecchie” abitudini. Vorrei soffermarmi sulla vicinanza tra persone e sui saluti. Utilizzo il termine vicinanza come voluta antitesi di distanza, perché senza dubbio imporsi di stare lontani dal prossimo sa di prudenza, non d’intimità. La mia speranza sta in una maggiore valorizzazione del ritornare a stare vicini. Un abbraccio, un bacio sulla guancia, una carezza o un braccio attorno alle spalle trasmettono calore, partecipazione, affetto: proprio per questo vanno riservati a contesti confidenziali, sul piano emotivo e su quello dell’opportunità. Rovesciando i termini, a molti capita di percepire il fastidio di un interlocutore che “ci parla addosso”. Quindi, anche senza pensare a contagi o scomodare proverbiali gaffe di americani in visita alla corte inglese, riserveremo pacche amichevoli, baci e abbracci, nonché conversazioni a meno di qualche decina di centimetri di distanza, a chi davvero ci include in un cerchio di confidenza e, allo stesso modo, accoglieremo senza scostarci, pur sempre con garbo, solo gli analoghi gesti di chi vediamo come familiare o molto amico.
Avvicinarsi agli altri, sembra banale eppure non credo lo sia, non corrisponde al mero accorciare una distanza fisica e significa partire col salutarli. Ora non indossiamo quasi più la mascherina: approfittiamo per imprimere cordialità alle nostre espressioni facciali e poi alle tonalità di voce.
Salutare significa dare attenzione, è accoglienza, riguardo verso gli altri, empatia, cortesia ed educazione.
Le forme di saluto da prediligere sono “Buongiorno” “Buon pomeriggio” “Buona sera” che, contrariamente a quanti taluni pensano, non sono affatto saluti distaccati, bensì i più corretti, sia rivolti ad estranei e conoscenti sia a famigliari. Augurare buongiorno in famiglia è, oltre che saluto, vettore di un auspicio di bene.
Ci sono, però, locuzioni di saluto che definirei da evitare come la peste.
“Salve”, soprattutto: totalmente impersonale, non denota amicizia e confidenza e tanto meno rispetto. Trasmette noncuranza e disinteresse comunque sia pronunciata.
“Saluti” è un’altra forma amorfa, distaccata e senza alcuna attenzione, che sarebbe meglio non utilizzare nemmeno nella corrispondenza. Suvvia, si può far meglio!
patrizia.marta.ferrando@gmail.com