Fatti stringere la mano

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di Patrizia Ferrando

Non dimenticheremo facilmente quelle norme del passato recente che, tuttavia, sono anche regole imprescindibili di mera igiene: l’importanza di lavarsi le mani, di non starnutire in modo inappropriato, di prestare attenzione a quanto viene a contatto delle dita. Ma non bastano i virus a togliere intensità a un gesto denso di significati e radicato nei rimandi di senso quale la stretta di mano, importante per noi come per chi ci ha preceduto. Senza addentrarsi in disamine storiche, basti ricordare come il fascismo vide con sospetto tale saluto e cercò di sostituirlo con un “gesto romano”, anche perché le mani unite erano in odor di sodalizio segreto e solidarietà non gradita. Ma le mani che si uniscono non cambiarono senso e metafora e tornarono a dire moltissimo, tra i saluti, e anche, ad esempio, dalle bandiere delle società di mutuo soccorso.

Come abbiamo visto nelle osservazioni dedicate alle altre forme di contatto, secondo il galateo classico, è sempre la persona di importanza gerarchica maggiore ad avere il diritto di porgere per prima la mano. Dunque l’iniziativa spetta all’ospite più autorevole, all’anziano oppure alla donna. Queste regole, in ambito formale, devono sempre essere rispettate; negli incontri confidenziali e di ogni giorno, si può, invece, considerare la stretta di mano come un atto di saluto e reciproca simpatia: è lecito che parta come iniziativa contemporanea.

È sempre bene, in ogni caso, che gli uomini non tralascino attenzioni per le signore, lasciando che siano loro a porgere per prime la mano.

La stretta di mano tra sconosciuti contribuisce a dare la prima impressione di noi alla persona a cui ci presentiamo, dunque la mano non deve mai essere flaccida, per non trasmettere senso di insicurezza, né serrata con forza per non sembrare aggressivi.

La stretta, ricordiamo, deve sempre essere rapida e modulata; occorre, pertanto, evitare di porgere la mano molle e inerte, di usare le nocche come morse d’acciaio, di scuotere eccessivamente l’avambraccio. Per quanto possibile, se ci accorgiamo di avere i palmi sudati, inconveniente tanto comune, specie quando si è agitati, quanto sgradevole alla percezione e al tatto, di provvedere ad asciugarli, magari con un fazzolettino celato in tasca, prima di salutare.

Trattenere a lungo la mano altrui è un gesto poco autentico ed estremamente maleducato, soprattutto se rivolto nei confronti di una signora.

Ricordiamoci sempre, infine, lo ribadisco a costo di risultare ripetitiva, di accompagnare il gesto con un sorriso, come messaggio di cortesia nei confronti della persona che abbiamo di fronte: offriremo un’immagine positiva e amichevole di noi stessi.

patrizia.marta.ferrando@gmail.com

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