Nuovi inizi
di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti
Sul “Corriere della sera” del 5 settembre lo scrittore Alessandro D’Avenia in un articolo intitolato “Riprendere e riprendersi” traccia un ritratto calzante dello stato d’animo che ognuno di noi si trova a vivere quando, terminate le tanto sospirate ferie, deve nuovamente fronteggiare i consueti impegni e riprendere gli abituali ritmi di vita: “La ripresa della routine quotidiana dopo le vacanze è spesso accompagnata dalla tristezza, come se si passasse dalla vita vera, quella libera della pausa estiva, a una vita prigioniera fatta della ripetizione di gesti, orari e impegni prescritti”. È davvero così? Indubbiamente tornando alle incombenze quotidiane dopo lo stacco estivo un po’ di scoraggiamento e di quella spiacevole sensazione del “non ce la posso fare” sono inevitabili, ma si può anche ribaltare la prospettiva e vivere questi momenti come preludio a un rinnovamento che, se non troverà completa applicazione pratica, almeno sarà stato apprezzabile a livello intenzionale.
Per noi il vero Capodanno, con annessi progetti e buoni propositi, non ha mai coinciso con il primo gennaio, bensì con l’avvio dell’anno scolastico e la conseguente ripresa a pieno ritmo delle incombenze familiari e lavorative che, quando anche solo un membro è a riposo, pur non scomparendo, assumono però una scadenza e una impellenza diverse.
Qualche giorno prima del big ben, come da tradizione, iniziano i riti preparatori: accanto al cambio libri di testo e alla revisione dell’armadio (via gli shorts, i top, le minigonne e i sandali, è il momento di jeans, t-shirt, camicie e felpe con cappuccio da far invidia a un rapper del Bronx) e le nebulose elucubrazioni: «Quest’anno ho l’esame: ho già l’ansia! Io me lo sento: negli ultimi due anni alla maturità c’è stata la sanatoria generale, perché “Bisogna essere comprensivi, hanno fatto tanta DAD, chiudiamo un occhio…” A noi ribalteranno! E poi c’è anche la faccenda dei test di ammissione all’Università: devo iniziare a ottobre, perché voglio avere un piano A, uno B e uno C. Saranno mesi terribili.»
«Viste le premesse sto pensando di trasferirmi in Papuasia! Se inizi con l’ansia a settembre, a Natale sarai cotta come il riso: non bisogna affrontare i problemi tutti insieme, inoltre farsi prendere dall’agitazione è il metodo più sicuro per ottenere pessimi risultati. Se ti può consolare, io ho un ricordo bellissimo del mio esame di maturità, anche se ho sognato per anni che, anziché lo scritto di latino, mi era capitato quello di greco! Non fissarti sul pensiero delle prove e dei test, studia il giusto e pensa che sono tutti gradini della scala della vita: bisogna salirli uno alla volta, altrimenti rischi l’affanno!»
«A proposito di gradini: vado a iscrivermi in palestra: sai che bello un corso di step al termine di un pomeriggio sui libri?»
silviamalaspina@libero.it