Non è mai troppo tardi?

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di Silvia Malaspina e Carolina Mangiarotti

La regina Elisabetta II ci ha lasciate proprio quando eravamo ormai abituate a pensarla come una versione femminile e coronata del celebre immortale Highlander, tanto che la famosa frase nel duello finale del film omonimo del 1986, “ne resterà soltanto uno”, avrebbe potuto declinarsi in “ne resterà soltanto una in tailleur e cappellino”. Ora, a funerali avvenuti, ci sembra strano pensare che la tempra di acciaio di The Queen, passata indenne attraverso mille peripezie storiche e familiari, difendendo quell’istituzione monarchica che più volte era sembrata sull’orlo del baratro, alla fine si sia spezzata, com’è normale e prevedibile a 96 anni suonati.

L’eterno erede al trono, il primogenito Carlo, divenuto infine re Carlo III, si è trovato catapultato nel nuovo, sebbene tanto atteso, ruolo, mantenendo un profilo di continuità con l’opera della defunta sovrana, così come dichiarato nel giuramento di fedeltà: «Nella devozione della Regina, prometto di servire la Costituzione della nostra nazione finché sarò in vita. Sarò al vostro servizio con lealtà, rispetto e amore». Queste parole hanno convinto e commosso i sudditi, insieme al curioso episodio avvenuto a St. James Palace, quando una donna si è avvicinata al neo sovrano con un: «Maestà la posso baciare?», seguito dal bacio a fior di labbra. Una trasfigurazione totale, quella di Carlo, che si lascia definitivamente alle spalle l’immagine di principe stravagante e un po’ fannullone, nonché di marito fedifrago della defunta Diana, santificata a furor di popolo. Per anni l’opinione pubblica inglese ha incolpato, nemmeno troppo velatamente, sia Carlo, sia la compagna di vita Camilla, come responsabili, seppur indiretti, della morte della “principessa del popolo”. La riabilitazione della coppia reale si riveste oggi di straordinarietà, a dimostrazione del fatto che, come il leggendario topolino che scala la montagna, un passetto dopo l’altro anche il non apollineo sovrano e la consorte soprannominata “rottweiler” hanno recuperato, ai tempi supplementari, l’amore dei sudditi.

Anche noi abbiamo assistito alle tante dirette che in questi giorni si sono succedute dal Regno Unito e, per una volta, ci siamo trovate concordi sui commenti: «Sarà che sto invecchiando e prediligo vedere i giovani piuttosto che persone in là con gli anni, ma avrei preferito che Carlo abdicasse, lasciando il trono al principe William. Abbiamo bisogno di una ventata di novità: un sovrano di 74 anni, per quanto possa essere al passo con i tempi, cosa potrà cambiare rispetto al regno di Elisabetta? E soprattutto: per quanto sarà in grado di regnare in buona salute?» «Anche secondo me! Inoltre guarda William: da giovane era proprio bello! Adesso è molto peggiorato: ora che diventi re, sarà il decadimento totale… e sarà troppo tardi per vedere regnare un sovrano carino!»

silviamalaspina@libero.it

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