Scritta la parola “fine” sul “caso” Pernigotti
Ora si producono a pieno regime i prodotti dolciari
NOVI LIGURE – Saranno rimosse oggi pomeriggio le bandiere dei sindacati all’esterno dello stabilimento Pernigotti.
Un gesto simbolico ma forte, che segna la definitiva conclusione di una vertenza durata 4 anni. Una vicenda che ha avuto un lieto fine quando ormai, fino a pochi mesi fa, sembrava tutto perduto. Esattamente una settimana fa, infatti, è arrivato il closing che ufficializza il passaggio di proprietà dai turchi della Toksoz alla Lynstone, società del gruppo statunitense Jp Morgan.
«Con il passaggio delle quote, vanno al nuovo proprietario sia l’area dove ora sorge la Pernigotti e sia la totalità delle lavoratrici e lavoratori. – spiega Raffaele Benedetto, segretario provinciale Flai Cgil – Alla fine, il buon governo della trattativa, la perseveranza delle maestranze e la lotta, hanno portato al salvataggio definitivo dello storico marchio novese. Vigileremo affinché la nuova proprietà non commetta gli stessi errori che ha commesso la dirigenza uscente, quando lo stabilimento stava per morire senza alcun investimento.
Vogliamo sederci a un tavolo per migliorare le condizioni di lavoro ed economiche dei dipendenti, salvaguardando il futuro dell’azienda ed evitando gli errori del passato».
Gli operai sono già al lavoro su due turni. Dopo aver terminato la produzione del torrone, è in corso quella delle pepite di cioccolato.
Poche ore prima del closing, da Roma era intanto arrivato il nulla osta al rinnovo della cassa integrazione straordinaria per 12 mesi a partire dallo scorso primo luglio.
«Un accordo che chiude finalmente una fase molto triste per l’industria dolciaria locale. – così Paolo Ponta, commissario della città di Novi Ligure – Auspico maggiore stabilità.
È giusto partire con entusiasmo per far sì che l’industria sia redditizia, ma bisogna mettere le basi affinché questa positiva ripartenza sia un ponte per il futuro. Non possiamo permetterci di perdere nemmeno un posto di lavoro. La nuova proprietà ha anche acquistato lo stabilimento e solitamente, quando si compra un bene immobile, è un segnale di solidità. Ci auguriamo anche una revisione dell’organico in modo da inserire più persone sia a tempo indeterminato sia stagionali. Ci sarà bisogno di tutti. Novi è un polo dolciario di prima importanza nazionale e internazionale e questo mi dà fiducia».
Luca Lovelli