Carrega Ligure rimane ancora isolata sul versante alessandrino

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Si allungano i tempi per sistemare la frana

CARREGA LIGURE – Non arrivano buone notizie da Carrega Ligure, piccolo Comune completamente isolato dal versante alessandrino a causa di una ingente frana caduta lo scorso maggio sulla strada di collegamento con la vicina Cabella.

Una settimana fa, la ditta incaricata ha, infatti, eseguito un’esplosione controllata per cercare di muovere il terreno a monte dello smottamento, ma nulla si è mosso.

Il piano B prevede l’utilizzo di escavatori che dovranno quindi raggiungere il punto dal quale si è generata la frana, passando da sentieri impervi.

L’amministrazione locale dovrebbe incontrare a breve la Provincia per capire come procedere.

Inevitabile dunque l’allungamento dei tempi per il ritorno a una semi normalità che sembra ancora lontano. «Vedranno se liberare prima la parte sotto per poi proseguire in primavera o se partire con l’intervento già da sopra. – commenta il sindaco Luca Silvestri – Saranno geologo e impresa a decidere co-me muoversi. Un completo ritorno alla normalità diventa improbabile per il ritorno della bella stagione.

Sarebbe però buona cosa avere già un passaggio provvisorio che per lo meno ci tolga dall’isolamento.

A quel punto andranno poi completati i lavori o con una galleria aperta o con le reti di protezione».

L’arrivo del freddo e presumibilmente della neve preoccupano i residenti, per i quali diventa sempre più difficile recarsi in ospedale per effettuare le visite.

«Se qualche anziano dovesse sostenere visite mediche chiameremo l’elisoccorso, che già abbia- mo utilizzato una volta per un’emergenza notturna.

Non possiamo fargli fare 6 ore di auto tra andata e ritorno. – prosegue il primo cittadino – Quando bisognava fare le quarte dosi di vaccino, il dottore di Cabella era venuto direttamente qui. Sulle visite ospedaliere, l’Asl non può aiutarci». Minori, invece, i problemi sul fronte spesa. «Abbiamo sempre qualcuno che va su e giù e che fa acquisti anche per i nostri anziani», conclude Silvestri.

Luca Lovelli

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