Le lettere tra papà e Mattei
di Maria Pia e Gianni Mussini
Già abbiamo detto che tra gli otto fratelli di Gianni ce n’è uno, Mario, deputato all’archivio di papà Guido, avvocato e parlamentare democristiano dal 1948 al ’53. Ora proprio lui sta per pubblicare il carteggio tra il papà ed Enrico Mattei, l’inventore dell’ENI scomparso nell’esplosione (provocata) dell’aereo su cui viaggiava sui cieli di Bascapè esattamente il 27 ottobre 1962.
Eravamo nei giorni caldi della crisi di Cuba, quando il mondo si trovò a un soffio da una guerra mondiale. Dinanzi all’allestimento di rampe missilistiche targate URSS nell’isola caraibica (a un tiro di schioppo dagli USA), il presidente Kennedy istituì un blocco navale. Il mondo intero trattenne il fiato, ma poi – anche grazie alla mediazione del premier italiano Amintore Fanfani e del Vaticano – si raggiunse un onorevole compromesso: con quelli cubani, vennero smantellati pure gli impianti missilistici Nato in Europa, che minacciavano da vicino il territorio sovietico. E venne istituito il famoso telefono rosso, che stabiliva un contatto diretto tra Casa Bianca e Cremlino, utilissimo nel caso di un falso allarme che avrebbe potuto scatenare una guerra nucleare.
In così straordinaria contingenza l’incidente Mattei passò un poco in secondo piano. Ma Gianni ricorda bene lo sconcertato dolore con cui sua madre ne diede la notizia appena appresa dal Corriere della Sera.
Amico e collega di papà Guido, il presidente dell’ENI ne era stato contattato per portare il metano a Vigevano e poi anche a Broni. Nelle lettere esce così un piccolo spaccato dell’Italia nella fase incipiente del Boom, con gli industriali della scarpa, l’ottimo sindaco comunista Soliano (ma più vigevanese che comunista) e tutta una serie di personaggi che ruotavano intorno al problema. Che sarà alla fine felicemente risolto, a beneficio dei territori interessati.
Confessiamo che viene anche un po’ di nostalgia dinanzi a uomini che, come emerge dal carteggio, avevano più a cuore il bene della comunità dell’interesse personale. E a tempi in cui l’apparire era ancora considerato meno importante del fare e soprattutto dell’essere.Ma è sempre colpevolmente inutile lasciarsi prendere dalla nostalgia: ciò che conta è il nunc dell’Ave Maria, il giocarsi momento per momento il nostro impegno su questa terra.
E Mattei? Ha molto da insegnare anche oggi. Cattolico convinto e animato da una forte sensibilità sociale, ha saputo coniugare la fiducia nell’economia di mercato (l’assenza della quale porta solo miseria) con un certo dirigismo economico. E anche un forte patriottismo con l’apertura al Terzo Mondo e persino all’Est sovietico, pur in un contesto di rigorosa fedeltà ai principi di libertà cari all’Occidente. Del resto, dopo avere combattuto nella Guerra di Liberazione, era stato fondatore dell’Associazione dei Partigiani cristiani. E qui tutto si tiene.
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