Cantina “Terre”: Cda senza maggioranza

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Si dimettono altri 4 consiglieri. Si torna al voto

BRONI – “Terre d’Oltrepò” ancora in primo piano: quattro consiglieri si dimettono e fanno cadere il consiglio di amministrazione della cantina, in carica da appena dieci mesi. Tutto è accaduto martedì, alla vigilia della convocazione del Cda per sostituire i tre consiglieri (Daniele Gabetta, Davide Scabini e Valter Dellabianca) che avevano abbandonato tra ottobre e novembre, lasciando sottintendere già un malumore all’interno della dirigenza: poche ore prima della riunione, però, altri quattro consiglieri (Giulio Romanini, Mario Cocchi, Antonio Morini e Davide Cristina) hanno rassegnato le dimissioni, facendo mancare la maggioranza (7 consiglieri dimissionari su 12 ordinari) al consiglio, guidato dal presidente Enrico Bardone, che aveva vinto in modo schiacciante le elezioni nel febbraio dello scorso anno dopo la sfiducia all’allora numero uno Andrea Giorgi.

«Dopo un lungo periodo di confronti all’interno del gruppo consiliare abbiamo deciso, a malincuore, questo difficile passo perché l’azione di governo della Cantina non andava nella direzione che noi auspicavamo. – commentano i consiglieri dimissionari in una nota congiunta – Purtroppo, pur dopo solo un anno, riteniamo giusto tornare alle urne per far sì che si costituisca un nuovo Cda più coeso, per affrontare le difficili sfide che ha di fronte l’azienda».

Duro il commento del vicepresidente uscente Emilio Bosini: «I soci della Cantina devono sapere che queste dimissioni irresponsabili, strumentali e senza motivazione, hanno interrotto il processo di rilancio dell’azienda, creando un danno enorme alla Cantina e al territorio» – attacca Bosini.

Lo stesso giorno dell’abbandono dei quattro consiglieri, il consiglio di amministrazione si è riunito per prendere atto delle dimissioni e del venire meno della maggioranza e a breve si ritroverà per fissare la data dell’assemblea elettiva, la seconda nel giro di un anno, che si terrà probabilmente il 13 febbraio. Nel frattempo resterà in carica per l’ordinaria amministrazione. Non sembra ci sia pace, quindi, per la Cantina cooperativistica oltrepadana, già alle prese con un periodo difficile a causa dei costi energetici alle stelle e del calo di produzione dell’ultima vendemmia dovuta a siccità e maltempo. La caduta del Cda ha bloccato anche il confronto con le parti sociali per arrivare a un accordo sul contratto di solidarietà per i 68 dipendenti (con la riduzione del 20% dell’attività lavorativa, un giorno alla settimana) che sarebbe dovuto partire proprio questo mese.

Oliviero Maggi

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