La vita di fede è crescita continua

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Messa e Adorazione eucaristica mensile per gli Uffici della Curia vescovile

TORTONA – Mercoledì 15 febbraio, nella cappella episcopale, il vescovo ha presieduto la S. Messa mensile per gli Uffici di Curia, alla presenza di mons. Mario Balladore, cancelliere diocesano e don Paolo Padrini, segretario vescovile. Nell’omelia, Mons. Marini ha sottolineato l’importanza del numero 40 nella Bibbia, facendo riferimento al passo del libro della Genesi della prima lettura nel quale si parlava dei 40 giorni del diluvio universale vissuti da Noè: «indica sempre un tempo di particolare grazia, nel quale il popolo di Dio fa una particolare esperienza della presenza e della salvezza del Signore». Soffermandosi poi sulla pagina del vangelo del giorno – la guarigione del cieco di Betsaida, raccontata dall’evangelista Mar-co – il vescovo ha evidenziato alcuni passaggi che mettono in luce il modo in cui il Signore si fa incontro all’uomo. Il primo è nel gesto di Gesù di togliere il cieco dal suo villaggio, inteso come luogo di lontananza da Dio. Così accade anche per ciascuno di noi che è tratto fuori dallo stato interiore del peccato e dell’infedeltà. Gesù, poi, tocca il cieco: questo ricorda il desiderio del Signore «di creare una comunione profonda, una relazione intima nella quale ci dona la sua Parola e i sacramenti che sono gesti di grazia».

Il miracolo di Gesù nei confronti del cieco non si realizza immediatamente, ma c’è prima un percorso di guarigione. Questo riguarda anche la vita di fede personale «che è un cammino, una crescita quotidiana nella quale Lui entra in comunione con noi. Per questo non dobbiamo mai considerarci arrivati, ma vi è sempre una crescita continua». Il cieco, guarito, vede lontano: la vista sull’orizzonte significa che una volta entrati in comunione con il Signore è possibile ottenere la luce della fede, «un modo bellissimo per vedere la vita e per trovare il senso di tutto».

«Questa pagina di Vangelo è la sintesi di quella storia di salvezza che il Signore vuole donarci ogni giorno della nostra vita». Al termine è iniziata l’Adorazione silenziosa fino a mezzogiorno, conclusa con la benedizione eucaristica e la recita dell’Angelus.

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