Balla balla ballerino
di Patrizia Ferrando
Vi piace ballare? A me sì, anche se non posso affermare di unire l’abilità al divertimento. Tra alterne fortune e stili, le feste danzanti, con i momenti che Jane Austen, per bocca dell’eroina di Orgoglio e pregiudizio consigliava per fare nuove conoscenze “perfino se il cavaliere è appena passabile”, rimangono sempre di moda. Non sono più, tuttavia, una costante della vita sociale come anni fa, tanto nella versione domestica quanto nei locali. Un tempo non mancava l’aneddotica sulle brutte sorprese che poteva riservare un ballo con uno sconosciuto: dal ballerino profumato e con mani estremamente lisce e morbide rivelatosi un malvivente, a quello provetto ma dalla stretta esagerata, gesto nello specifico non lascivo, bensì finalizzato a sottrarre con destrezza i gioielli della sfortunata signora.
Recentemente, però, mi ha fatto riflettere la constatazione della titolare di una scuola di danza: se, da un lato, grandi ritorni come le lezioni di tango riportano a danzare in coppia con un pizzico di formalità, decenni di abitudini da discoteca lasciano molti spiazzati se si cambia registro. Il ballo veniva sempre trattato nei galatei fino a mezzo secolo fa: una delle ultime trattazioni ampie è contenuta in un manualetto che nel 1968 l’esercito distribuiva ai giovani militari.
Non si ballava tra sconosciuti se non nel ballo “popolare”. Il ballo elegante esigeva le presentazioni: questa regola era già presente in tutti i manuali di ballo del 1800, inglesi, francesi, italiani, americani, e anche ne El Tango Argentino del maestro Nicanor Lima, primo manuale di tango pubblicato a Buenos Aires negli anni ’10. Una regola precisava che prima di invitare una donna accompagnata si chiedeva il permesso a chi l’accompagna. Occorre però prestare attenzione a un dettaglio importante: non è affatto scritto né sottointeso che si stia parlando di un accompagnatore maschile. La norma era tradizionalmente riferita alle ragazze molto giovani che si recavano al ballo accompagnate da un’altra donna, che poteva essere la madre o una sorella maggiore.
Quanto al modo di ballare di un uomo educato, che non porta il cappello, non fuma, tantomeno canticchia, riporto direttamente: “Ballando puoi conversare con la tua dama, se mostra di gradirlo. Stai attento alle altre coppie, in modo da non urtarle durante il ballo; se per caso ciò ti succede, chiedi subito gentilmente scusa. Alla fine del ballo, la dama non dev’essere lasciata in mezzo alla sala ma, dopo averla ringraziata, dev’essere riaccompagnata al suo posto e quivi lasciata con un inchino. Infine, ricorda bene che è poco corretto fare coppia fissa con una signorina o appartarsi a discorrere”.
patrizia.marta.ferrando@gmail.com