La croce in mezzo agli alberi

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Una segnalazione giunta in redazione ci offre lo spunto per un “viaggio” a Varinella, frazione di Arquata Scrivia, e per ripercorrere la storia delle Missioni dei padri Passionisti

Uscendo da Arquata Scrivia, in direzione della Valle Spinti, si attraversa “Via delle torrette” e poi il ponte sullo Scrivia, progettato una prima volta dall’architetto Iacopo Gardella nel 1889 e realizzato poi su disegno dal figlio Arnaldo nel 1915. Entrambi appartenenti alla nota famiglia Gardella, di origini genovesi, che trascorreva lunghi periodi in una villa del paese. Passato il ponte si arriva nella frazione Varinella che racconta la sua storia di borgo, meta di villeggiature e oggi area residenziale. La “porta” della Valle Spinti, con il torrente che confluisce nello Scrivia, presenta al visitatore, nella piazza del Ballo, la chiesa parrocchiale di Sant’Eusebio, di impianto duecentesco, ricostruita nel XVI secolo e tutt’intorno ville antiche e tanti alberi ombrosi. Nei pressi del cimitero ospita il viale della Rimembranza dove si può ammirare la cappella altare, dedicata ai caduti delle due guerre mondiali e progettata, nel 1936, dal celebre architetto milanese Ignazio Gardella, nipote di quel Iacopo a cui si deve il primo ponte in ferro. La sua particolarità risiede nel fatto che la costruzione, secondo il disegno originale, risale a soli 20 anni fa.

La cappella altare si presenta con il tetto piatto ed è realizzata con cemento, lastre di lavagna e mattoni come quelli dei fienili. L’edificazione è stata resa possibile grazie all’interessamento dello storico Maurizio Tavella che fu ascoltato dall’allora amministrazione comunale.

Nel 2003 un altro Jacopo Gardella (1936-2021), della quinta generazione della stirpe di architetti, ha portato a termine la cappella.

Nei giorni scorsi Carmen Tavella, cugina dello storico, ci ha segnalato un’interessante curiosità che riguarda da vicino l’opera dei Gardella. A pochi metri da essa, infatti, si trova un vialetto fiancheggiato da alberi al centro del quale sorge una grande croce, eretta in ricordo del passaggio dei missionari che visitarono Varinella nel 1933, esattamente 90 anni fa.

Grazie a questa “segnalazione” abbiamo deciso di scoprire qualcosa in più su quello che è stato definito “un simbolo di pace e un pegno di benedizione”.

Sul piedistallo della croce si nota la frase, la cui lettura è resa difficile a causa dell’usura temporale: Anno Santo. Per cuore, fede e concorso di popolo sorge questa croce. Ricordo della Missione dei P.P. Passionisti 1933. 7 – 19 – II – 1933. Varinella. Simbolo di Pace e pegno di benedizione.

Come racconta Maurizio Tavella nel suo libro Varinella – Contributo alla storia di una comunità, (Novi Ligure, 1986) la croce fu trasportata a spalle dai coscritti della classe 1912 i cui nomi furono racchiusi in una bottiglia che simbolicamente la sorregge.

Nel mese di febbraio dell’anno 1933, nella Parrocchia di Varinella, si celebrava un avvenimento particolarmente importante e partecipato dalla popolazione: le Missioni Popolari.

“Quella delle Missioni – scrive Tavella – rappresentava in passato un’esperienza complessa, coinvolgente interessi molteplici; era momento e pausa di riflessione ma anche occasione di stimoli culturali e interscambio di valori socializzanti, partecipazione grandiosa al gioco emotivo di un elementare apparato scenografico. Vi confluivano, forse, alcuni momenti di richiamo riconducibili alle medievali sacre rappresentazioni, in forza della caratteristica forma dialogica nella quale si articolava la predicazione o istruzione che, spesso, assumeva negli atteggiamenti degli oratori, i toni di una recitazione drammatica, non priva di suggestione”.

La presenza di missionari nel territorio di Varinella, come racconta Tavella nel suo libro, è molto antica e risale al 1766, con la Congregazione Genovese dei Missionari suburbani o rurali che nel corso del XVIII secolo ha operato frequentemente nelle comunità della zona. In una missiva al Vescovo il parroco di Varinella spiega di aver espresso la sua intenzione di avviare una missione “per maggior beneficio spirituale delle anime a sé concesse”.

Nel febbraio 1933 i missionari che giunsero a Varinella erano altri. Si trattava dei Padri Passionisti che in quegli anni erano soliti predicare le Missioni. Settimane di intensa attività spirituale in cui un religioso affiancava il parroco, proponendo riflessioni che avevano lo scopo di rianimare le comunità. L’ordine dei passionisti fu fondato nel 1720 da san Paolo della Croce, sul monte Argentario, presso Grosseto, dove ancora si trova il suo convento principale. Il santo, al secolo Paolo Danei, era nato a Ovada nel 1694 da una famiglia di commercianti e aveva vissuto una gioventù turbolenta. Si arruolò nell’esercito veneziano e combatté contro i Turchi, poi, dopo un periodo di crisi, che lo portò a ritirarsi in meditazione, decise di creare una nuova famiglia religiosa.

Carmen Tavella ricordando la presenza della croce che 90 anni fa fu collocata in mezzo agli alberi, ha voluto mettere in evidenza come ancora oggi, in un mondo ormai pieno di odio e di guerre, quell’antico e consunto pezzo di legno testimonia che la “vera bandiera della pace è il Crocifisso”.

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